Corriere della Sera

La vicenda

- Sopra, l’eroe di Trafalgar—,

● ha ora gravi problemi di bilancio

● Per questa ragione, Londra sta per vendere cinque fregate su tredici totali e due navi anfibie ad altre Marine (straniere) DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Cosa avrebbe detto il povero ammiraglio Nelson? La Royal Navy, la gloriosa Marina britannica, si prepara a svendere la sua flotta per tappare un buco di bilancio di 20-30 miliardi di sterline. «Britannia rules the waves», la Gran Bretagna regna sui mari, era il motto di un tempo. Ora potrebbe non essere più neppure in grado di lanciare operazioni anfibie, cioè dal mare alla terra. I giorni ormai lontani dei trionfi di Trafalgar vengono consegnati definitiva­mente alla storia.

Secondo la rivista specializz­ata Jane’s Navy Internatio­nal, ripresa dai giornali inglesi, i responsabi­li del governo di Londra avrebbero avvicinato le marine di Brasile e Cile per informarle della prossima vendita di cinque fregate, su un totale di tredici, nonché delle uniche due navi anfibie d’assalto. Inoltre è emerso che due dei quindici dragamine britannici sono stati messi in disarmo perché rimodernar­li risultava troppo costoso.

Il ministero della Difesa ha negato di aver «preso impegni» con Brasile e Cile. Ma intanto quattro delle fregate in questione sono all’ancora in La cerimonia La regina Elisabetta II, seduta al centro, a bordo della fregata della Marina britannica «Sutherland», ancorata lungo il Tamigi britannica non è estranea la Brexit: la svalutazio­ne della sterlina che ne è conseguita ha fatto saltare gli obiettivi di risparmio e di spesa nell’acquisto e supporto di navi, aerei e sottomarin­i.

Il ministero della Difesa sostiene che stanno cambiando le priorità: ora bisogna proteggers­i da minacce cibernetic­he, missili balistici e da crociera, attacchi biologici, chimici e radiologic­i. Ma è anche vero che le fregate di cui la Royal Navy vorrebbe disfarsi, equipaggia­te di micidiali missili anti-navi, vengono usate nelle azioni di contrasto ai sommergibi­li russi, le cui attività nei mari del Nord si sono fatte sempre più aggressive negli ultimi anni. E inoltre sono necessarie per scortare e proteggere le due nuove portaerei della Marina.

La realtà è che una capacità militare senza eguali in Europa ha garantito finora alla Gran Bretagna una proiezione globale molto al di sopra del suo effettivo peso specifico, anche dopo la perdita dell’impero.

Ma ora che Londra con la Brexit ha scelto di allontanar­si dall’Unione, e a fronte di un rinnovato isolazioni­smo americano che probabilme­nte non si esaurirà con Trump, la traiettori­a britannica sembra avviata verso un progressiv­o ridimensio­namento del suo ruolo internazio­nale: il mezzo disarmo della flotta, vanto dei tempi di Nelson, ne è solo la logica conseguenz­a.

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La Gran Bretagna, un tempo fiera della sua flotta, già comandata dall’ammiraglio Orazio Nelson (1758-1805), —

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