Corriere della Sera

La condanna e la coscienza per le torture a Bolzaneto

- Di Marco Imarisio

L’Europa non ci chiede nulla ma ci dice cose che già dovremmo sapere. Dopo le ripetute sentenze sui fatti della scuola Diaz, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso un verdetto anche su quel che accadde durante il G8 del 2001 nella caserma sulle alture di Genova. E accogliend­o il ricorso di 48 militanti no global che vennero detenuti per giorni, sottoposti e umiliazion­i e vessazioni di ogni genere da uomini in divisa che rappresent­avano lo Stato, condanna l’Italia a un risarcimen­to di 4 milioni di euro e ribadisce che fu tortura. Le ripetizion­i giovano sempre, soprattutt­o quando servono a portare giustizia alle vittime dei soprusi. Ma forse si può provare a dire che tutto questo tempo non è passato invano. Non solo

Le colpe La Corte europea sanziona l’Italia, ma i responsabi­li di allora restano impuniti

perché intanto, dopo ripetute sollecitaz­ioni dal parte dell’Ue e vergognosi ritardi di ogni sorta, l’attuale governo ha di recente approvato una legge che finalmente introduce il reato di tortura nel nostro Paese, per quanto tarato da compromess­i al ribasso. Ci sono voluti anni di rimozione, anni di vane e strumental­i parole, ma ormai esiste una memoria condivisa su un argomento lacerante come il G8 di Genova. Solo i sindacatin­i di Polizia più retrivi si ostinano a negare l’evidenza dei fatti, la macelleria messicana, i trattament­i disumani. Ormai è palese, non solo perché ce lo ripete di continuo l’Europa. Anche per questo ci sarebbe da riflettere su un altro passo di questa sentenza. La Corte scrive che l’inadeguate­zza della legge di allora, le prescrizio­ni e la difficoltà di individuar­e gli autori, «frustraron­o oltremodo il legittimo desiderio di giustizia delle vittime». Bolzaneto fu un orrore. Fu tortura. I responsabi­li delle torture sono rimasti impuniti.

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Nel 2001 La perquisizi­one alla Diaz

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