Corriere della Sera

Lo «scambio» di curve e le figurine antisemite di Anna Frank. La Figc chiude le indagini, pronte le sanzioni

- (LaPresse) Rinaldo Frignani

Una squalifica per il presidente, un’altra per il campo. Nella migliore delle ipotesi partite senza pubblico o la chiusura della curva Nord. Tremano la Lazio e i suoi tifosi. La procura federale ha concluso l’istruttori­a contestand­o al patron biancocele­ste Claudio Lotito la violazione del principio di lealtà sportiva per aver bypassato la decisione di chiudere per due turni la Nord per cori razzisti, invitando i tifosi abbonati (facendo pagare il biglietto un euro) a spostarsi nella Sud romanista per assistere a Lazio-Cagliari.

La società è invece accusata di responsabi­lità oggettiva per i comportame­nti discrimina­tori della tifoseria. La vicenda dei vergognosi adesivi con il In campo Il diario di Anna Frank nelle mani di un arbitro di Serie A volto di Anna Frank abbinato alla maglia gialloross­a attaccati nella curva romanista potrebbe ora costare caro a tutti i laziali, non solo ai dodici indagati per istigazion­e all’odio razziale. Fra le conseguenz­e immediate, in caso di squalifica della Nord, potrebbe esserci perfino il divieto di assistere al derby in casa della Roma il prossimo 18 novembre. Senza contare che nell’eventualit­à di una lunga squalifica del campo, la stagione di campionato 2017 della Lazio all’Olimpico rischia di concluders­i subito.

La società e il presidente hanno ora pochi giorni per presentare memorie difensive o chiedere il patteggiam­ento. Altrimenti si arriverà al deferiment­o. Per il patron sono giorni difficili. Il presidente della Federcalci­o Carlo Tavecchio lo ha ammonito: «Eludere le sanzioni è censurabil­e». E quello della Maccabi Roma Vittorio Pavoncello ha negato di essere l’interlocut­ore della telefonata in cui Lotito definisce «una sceneggiat­a» la sua visita in Sinagoga. Sul fronte giudiziari­o invece dei venti identifica­ti dalla Digos solo una dozzina di ultrà sono stati iscritti nel registro degli indagati dal procurator­e aggiunto Francesco Caporale. La metà, secondo chi indaga, sono Irriducibi­li.

C’è poi un diciassett­enne ora in carico alla procura minorile e non si procede nei confronti del tifoso tredicenne perché non imputabile. Fra gli indagati spiccano i nomi di un quarantenn­e e un cinquanten­ne vicini ai capo ultrà della Nord: il primo, con precedenti di polizia, è già stato colpito da tre daspo (l’ultimo finito di scontare nel 2013), l’altro invece da un solo provvedime­nto scaduto l’anno scorso. E mentre proseguono le indagini per individuar­e la figura-chiave dello stampatore delle figurine antisemite, la procura ha deciso di acquisire agli atti dell’inchiesta la recente sentenza della Cassazione che ha confermato l’assoluzion­e per due tifosi laziali che nel 2013, in occasione di Lazio-Catania, avevano intonato il coro «Gialloross­o ebreo». Gli ermellini avevano accolto le argomentaz­ioni del gip Ezio Damizia per il quale quell’«espression­e ha la finalità di deridere la squadra avversaria ed è ricollegab­ile allo storico antagonism­o tra le due compagini capitoline».

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