Da star del porno a docente in ateneo «Gli studenti? Incuriositi ma rispettosi»
Roma, Freddi ha tre lauree: sono preparato e non ho imbarazzi
«Proprio stamattina ero in aula davanti a ottanta studenti che parlavo di derivata seconda, concavità e convessità», spiega. Facoltà di Ingegneria clinica, università La Sapienza di Roma, corso di Analisi I, matematica pura, non staremmo qui a parlarne se davanti alla lavagna, a scrivere formule astruse ai più, non ci fosse Ruggero Freddi, 41 anni, romano di Ponte Lungo, 1 metro e 76 per 95 kg di muscoli da culturista, doppio orecchino e anelli in scala fino al mignolo, che in curriculum, dopo il diploma all’istituto tecnico («Preso con un 3 in matematica: non voglio fare Pasolini, però a quell’età, padre gelataio, mamma stagionale, ero povero, omosessuale irrisolto e non ci capivo niente»), ha una laurea in Ingegneria informatica presa nel 2013 con 106 («Mi sono rovinato la media con i primi esami e qualche 20 sul libretto»), altre due in Matematica, conseguite nel 2013 e nel 2016, la triennale e la magistrale, entrambe con 110 e lode, e nel mezzo una fortunata e fruttuosa carriera a San Francisco come pornodivo in pellicole gay, nome d’arte Carlo Masi, per sette anni una vera star del settore. «Ho smesso quando ero all’apice, di più non avrei potuto fare».
Ed è tornato sui libri a 34 anni.
«Credevo di essere vecchio e arrugginito, invece ci ho ripreso gusto. Ed essendo molto competitivo anche un ventinove l’ho vissuto come un affronto».
Non è (ancora) un vero professore, ma un dottorando però.
«Nel triennio di specializzazione si ha la possibilità di partecipare a bandi per l’insegnamento e li ho vinti. L’anno scorso ero tutor, quest’anno sono co-docente di Analisi I con la professoressa Angela Pistoia. Non ho il titolo accademico né la cattedra, ma un ufficio alla Sapienza e una mail istituzionale. Ricevo gli studenti e soprattutto faccio lezione».
In classe come viene accolto? Perché suppongo che i suoi studenti sappiano.
«Nessuno mi ha mai fatto domande che non fossero scientifiche. Mi prendono tutti sul serio, com’è giusto, perché sono molto preparato. Mi danno del lei. Di solito mi presento così: “Voi non conoscete la matematica, io nemmeno, ragioniamoci insieme”. I ragazzi sono gentili, aperti e curiosi di un professore così strano».
Momenti imbarazzanti?
«Ne ricordo solo uno. Ero alla mia prima lezione, mi ero messo un pullover, e sotto una t-shirt aderente. Faceva caldo, mi sono tolto il maglione e ho sentito un coro di “ohh”. Ho un corpo massiccio, impossibile nasconderlo. Sul momento ne sono rimasto lusingato, poi ho capito che ci perdevo in rispettabilità e da allora metto giacca e camicia».
La titolare della cattedra che ne dice di questo co-docente particolare?
«È molto carina e gentile, certamente sa del mio passato ma non ne parliamo. Quando mi prende lo sconforto e mi sento meno bravo degli altri, è la prima che mi incoraggia».
Di certo guadagnava di più sul set.
Negli Stati Uniti Per sette anni è stato la star dei film gay. «Ho smesso all’apice, di più non avrei potuto fare»
«Ho messo da parte quanto basta per poter vivere oggi con la borsa di studio da 1.016 euro più gli extra per le lezioni. Credo nella cultura anche se lo studio ti rende migliore, di certo non più ricco: ho compagni di corso cervelloni che ancora vivono con gli stessi coinquilini di allora».