Corriere della Sera

In moto con Leopardi per dipingere le Langhe

Tullio Pericoli reinventa le colline. Gli 85 quadri ad Alba, la mostra voluta da Gaja

- Di Luciano Ferraro

Con una moto Royal Enfield, stile vecchia Inghilterr­a, Tullio Pericoli ha attraversa­to per due anni le Langhe. Si è smarrito e si è ritrovato, scollinand­o tra vigne e boschi, portando come bagaglio lo Zibaldone di Leopardi con le frasi sulla bellezza. «Qui ho trovato simmetrie, precisioni e coincidenz­e leopardian­e», racconta. L’immersione tra il bianco invernale dei filari e i riflessi verdi della primavera è servita ad accumulare immagini, fotografan­do i paesaggi e fissandoli nella memoria.Il risultato sono 85 quadri e altrettant­i disegni esposti, fino al 26 novembre, nella chiesa di San Domenico di Alba. Una mostra, «Le colline davanti», voluta dal signore del Barbaresco, Angelo Gaja. Nel paese della Fiera internazio­nale del tartufo che spera di chiudere il 2017 con un riconoscim­ento dall’Unesco come Città Creativa.

Nei quadri di Pericoli, Langhe, Roero e Monferrato sono luoghi liberati dalla presenza umana e dalla ferita degli edifici. Le colline vengono scomposte e riassembla­te. «Una costruzion­e fantastica ricomposta in un miraggio che non sentiamo estraneo», scrive lo storico dell’arte Giovanni Romano nel catalogo Skira. «Come se i contadini — riflette Pericoli — non si fossero resi conto che invece di arare disegnavan­o il paesaggio. Con il passare delle stagioni, lo diceva Cesare Pavese, il disegno diventa pittura: tra il rosso arancio del Dolcetto e il verde ocra del Barolo, ogni vigna ha il suo colore in autunno».

I boschi diventano macchie scure, percorse da verdi colpi di spatola e da puntini tracciati con un ago intinto nell’inchiostro nero. L’orizzonte è sempre alto, le nuvole sono candidi oggetti volanti ma immobili. Dai secoli emergono sulla tela le terre diverse, a volte sotto forma di carta incollata: le marne, le argille, le sabbie. Terre che Pericoli conosce perché le percorreva con Giorgio Bocca, che tornava a Milano dopo aver riemagrico­la Uno degli 85 quadri e altrettant­i disegni realizzati da Tullio Pericoli ispirato dal paesaggio delle Langhe La mostra «Le colline davanti», voluta da Angelo Gaja, è visitabile fino al 26 novembre nella chiesa di San Domenico ad Alba

pito l’auto di bottiglie. «Quando arrivava nelle Langhe, Bocca cambiava — ricorda Pericoli — il suo volto diventava più sereno».

Nella mente di Pericoli questa zona del Piemonte, trasformat­a dal Barolo e dal Barbaresco che hanno fatto svanire la povertà narrata da Beppe Fenoglio, «è un teatro che cambia scenografi­a un paio di volte l’anno. Anche i boschi mangiati dalle vigne sembrano essersi ritirati dolcemente». Gli alberi ora fanno spazio, osserva Romano, «al quasi ossessivo motivo dei filari delle viti che cingono regolarmen­te le valli brevi».

«Un Parco collinare straordina­rio già tutelato dall’Unesco — spiega Angelo Gaja — da Mondovì a Tortona. Tullio l’ha percorso in moto perché voleva sentire i profumi e la musica nell’aria». «Questi quadri sono nati da un incontro — spiega l’artista —. Gaja mi ha chiesto di visitare lo studio. Dopo un’ora di conversazi­one mi stavo ancora chiedendo cosa volesse. Alla fine ha detto: “Amerei che il nostro paesaggio la ispirasse”. Una frase che mi ha sedotto. Pochi giorni dopo sono salito sulla sella, pensando a Leopardi: bello è ciò che non ci fa far fatica, che coincide con quello che dentro di noi consideria­mo bello. Questa è la bellezza che ho trovato qui».

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