Cucina mediterranea, un premio alla scrittura e una cena a 4 mani
Il menù degli chef Ernesto Iaccarino e Wicky Priyan e il riconoscimento alla food writer Rachel Roddy
acconta le radici e le storie della cucina italiana senza scadere nel folklore. Indagando il concetto di «eredità gastronomica» che in Italia è sempre stato importante, ma che richiede a volte di essere superato. Sarà consegnato questa sera alla scrittrice Rachel Roddy il «Med Food Writing Award», il premio internazionale che il Corriere della Sera ha deciso di creare per dare un riconoscimento ai food writer che con il loro lavoro diffondono la cultura alimentare mediterranea. La cerimonia aprirà la tre giorni di Cibo a Regola d’Arte, dal titolo «L’orgoglio della tradizione», l’evento food del quotidiano di via Solferino che da oggi a domenica 29 ottobre, dopo cinque edizioni milanesi, approderà per la prima volta a Napoli, negli spazio del Refettorio di San Domenico Maggiore.
Rachel Roddy è una scrittrice, ma anche una moderna food writer. Non è solo un’inglese che vive in Italia e, come tanti, racconta la nostra cucina agli stranieri. Ciò che la rende unica è che, attraverso le sue parole, i nostri piatti prendono vita con eleganza e poesia. Rachel narra la cucina italiana ogni settimana sulle pagine del Guardian Cook, sui social e sul suo blog «Rachel eats». Quest’anno, tra l’altro, è uscito il suo secondo libro, Two Kitchens, che racconta la sua cucina italiana. Roddy vive a Roma da 13 anni, più precisamente a Testaccio, che negli anni ha vissuto una trasformazione da quartiere popolare a trendy, anche grazie a una crescente e moderna offerta gastronomica. Racconta storie spontanee, quotidiane, tanto legate alla cucina laziale quanto a quella siciliana, che conosce anche perché suo marito Vincenzo, originario dell’Isola, è un bravo cuoco.
Questa capacità di lettura della realtà e d’incontro tra culture gastronomiche diverse è anche la sfida che si pone di rilanciare e alimentare la kermesse del «Corriere»: far capire che il cibo non è solo un piatto ma un elemento narrativo In alto gli chef Ernesto Iaccarino e Wicky Priyan, a lato il gruppo rock Foja che racconta le nostre vite, i territori e la quotidianità dei popoli. In questo caso con un focus che parte dal Mezzogiorno, culla di una rivoluzione gastronomica che partendo dalla tradizione è arrivata a livelli internazionali. Anche per questo si è scelto di far iniziare la tre giorni di gusto e riflessioni con una cena a quattro mani (su invito) — preceduta da un concerto del gruppo musicale Foja — che unirà la cucina campana di Ernesto Iaccarino, due stelle Michelin al «Don Alfonso 1890», a quella italoasiatica di Wicky Priyan. Nel menu ingredienti del Sud sposano tecniche e sapori dell’Estremo Oriente, creando un percorso del gusto tra Campania, Sicilia e Giappone. Si inizierà con un gambero rosso di Mazara, servito su daikon marinato in aceto di riso, tartare di ventresca di tonno del Mediterraneo e caviale nero, ideato da Priyan, seguito dai nudi
La musica E all’inizio della serata il concerto live (con intervista) del gruppo rock Foja
di ricotta in consommé ai sentori di verbena odorosa, bucce di limone e ortiche, realizzati da Iaccarino. Per proseguire poi con un alternarsi di piatti d’ispirazione tanto mediterranea quanto orientale, che saranno accompagnati da vini Bellavista e acque Ferrarelle e Natia.