Dal tavolo al tablet E il Risiko sposò le app
I giochi di società restano fedeli a carta e legno ma si aprono al digitale
entre scriviamo queste righe oltre 150 mila persone si stanno riversando a Essen, nel nord della Germania. Vengono da ogni parte del globo e ad attrarle è lo Spiel, la più importante fiera del gioco da tavolo. Se per molti di noi i giochi fatti di carte, dadi e tabellone fanno rima con i soliti titoli celebri e con un tempo ormai passato, in realtà questo mondo è più vivo che mai, cresce e si evolve. Se la gran parte delle nuove proposte rimane legata a carta e legno, negli ultimi anni stanno nascendo sempre più titoli che sfruttano le applicazioni per smartphone e tablet per rendere l’esperienza di gioco più profonda e completa. Uno dei migliori esempi è Le case della follia. Horror tratto dai racconti di H. P. Lovecraft, nella prima edizione vedeva un giocatore nel ruolo del master, vale a dire di colui che muove i mostri e gestisce la partita, mentre gli altri impersonavano degli investigatori alle prese con oscuri misteri. La seconda edizione invece sfrutta l’app per far giocare tutti come investigatori. È questa a fare da master, a narrare la storia che si sta vivendo, a gestire la partita e controllare i nemici. Stessa cosa vale per la seconda edizione di Descent: Viaggi nelle Tenebre, titolo avventuroso di stampo fantasy in cui l’app fa le veci del master umano. Nel fantascientifico X-Com l’applicazione fa ancora di più: dà il ritmo alla partita. Stabilisce quindi il momento in cui ogni giocatore deve agire rendendo il gioco più incalzante. Da ultimo c’è Una storia di pirati, gioco per famiglie in cui l’app dà le regole per ogni missione rendendo più leggera la lettura del regolamento.
Il gioco da tavolo di nuova generazione però non si è fermato qui. Alcuni hanno abbracciato in pieno il digitale trasformandosi in applicazioni. Celebri titoli come Agricola, Through the Ages, Twilight Struggle o Galaxy Trucker portano su smartphone e tablet il gioco analogico, modificandone solo alcuni elementi per adattarlo al nuovo formato. Il maggior lato positivo è permetterci di giocare anche se siamo da soli sfidando l’intelligenza artificiale. Volendo, si possono organizzare partite online con amici lontani o completi sconosciuti. Dei «tutorial» spiegano il gioco con testi, voci e animazioni senza bisogno di leggere i regolamenti e poi c’è sempre la comodità di avere un’intera ludoteca in tasca. Insomma, sono delle vere trasposizioni e proprio come accade nel cinema c’è sempre qualcuno pronto a dire che il libro (o il gioco), alla fine, è sempre migliore.
Ad ogni modo l’Italia ludica è più variegata di quanto ci si possa aspettare. Ogni anno nel nostro Paese escono circa 800 novità con un giro d’affari stimato di 100 milioni di euro. Difficile avere cifre precise: il mondo del gioco riflette quello dell’editoria cartacea, con poche grandi aziende e una costellazione di piccole case editrici indipendenti che sfuggono alle classificazioni. Come metro di misura però possiamo prendere le fiere. Quelle di settore crescono anno dopo anno mentre quelle più generaliste danno sempre più spazio al gioco. Insieme al Modena Play di aprile, Lucca Comics & Games è da sempre il punto di riferimento per chi gioca. Dal primo al cinque novembre porterà nella cittadina toscana 80mila persone al giorno e da quest’anno questo settore avrà un padiglione da novemila metri quadrati tutto per sé. È qui poi che viene assegnato il Gioco dell’Anno, riconoscimento che premia il tabellone che meglio di altri può servire da portale di ingresso nel mondo del gioco da tavolo. Le fiere però permettono anche di capire chi sono gli italiani che amano questo tipo di passatempo e la risposta è semplicemente tutti. Dai tre agli ottant’anni, riesce a superare ogni barriera generazionale. È facile vedere intere famiglie giocare, anziani che lanciano la sfida ai giovani, universitari duellare con manager. Difficile invece è trovare un motivo alla crescita nel nostro Paese. Da una parte c’è chi chiama in ballo la crisi: è un divertimento duraturo a basso prezzo e al costo di quattro biglietti per il cinema una famiglia può acquistare qualcosa con cui giocherà ben più di una volta sola. L’altro motivo è la socialità: spinge e anzi costringe a vedersi di persona, a manipolare oggetti, a ragionare e a prendere una pausa dai display. Forse però la ragione principale è un’altra: giocare è semplicemente divertente e ciò, a molti, basta.
Gare a distanza Con i tabelloni 2.0 possiamo sfidare amici lontani o l’intelligenza artificiale se siamo soli Per tutte le età È un passatempo che coinvolge tutta la famiglia, dai bambini agli anziani