La Bce rallenta l’acquisto di titoli «Ma resterà a lungo sui mercati»
Draghi: riduzione da 60 a 30 miliardi, estensione (almeno) fino a settembre 2018
La Banca centrale europea rimarrà sui mercati a lungo. E attiva, con interventi consistenti. Questa è l’indicazione che ha dato ieri Mario Draghi, al di là delle misure annunciate, in apparenza diverse. Durante la conferenza stampa seguita alla riunione del Consiglio dei Governatori, il presidente della Bce ha prima annunciato quello che i mercati si aspettavano: i tassi d’interesse rimangono a zero o negativi; gli acquisti di titoli sui mercati vengono invece dimezzati da 60 a 30 miliardi al mese da gennaio, ma si allunga il tempo in cui il programma rimarrà in funzione, almeno fino al prossimo settembre, oltre se ce ne sarà bisogno. Qualche governatore, compreso Jens Weidmann della Bundesbank, avrebbe voluto una data di fine certa e ha votato contro: una larga maggioranza ha però voluto tenere aperta la finestra di un possibile allungamento nel 2019 se servirà.
Poi, però, Draghi, ha sottolineato con forza che la banca continuerà «ben oltre» l’autunno 2018 a reinvestire in titoli i proventi degli acquisti effettuati che vanno a scadenza: il suo stock di bond, pubblici e privati, rimarrà dunque alto per parecchio tempo e la Bce sarà attiva sui mercati anche quando il programma ufficiale di acquisti sarà terminato. Per questo ha ribadito che non siamo all’inizio del tapering, cioè dello smantellamento della politica monetaria non convenzionale iniziata più di tre anni fa. «E’ un ridimensionamento,
I corporate bond Continueremo ad acquistare un ammontare consistente di corporate bond
non un tapering», ha detto. Il ridimensionamento è dovuto al fatto che l’economia dell’area euro va bene. L’inflazione, però, non è ancora in vista dell’obiettivo di quasi il 2%: anzi, Draghi ha detto di aspettarsi un suo calo attorno al cambio di anno, a causa dell’indebolimento dei prezzi dell’energia, e che ne prevede un «andamento a V»: all’1,5% quest’anno, all’1,2% il prossimo, all’1,5% nel 2019. Uno scenario che, già di suo, indica un lungo lavoro ancora da fare per la Bce: per ora niente tapering.
A segnalare la volontà di intervenire a lungo sui mercati, il presidente della banca centrale ha chiarito che la politica monetaria in atto è costituita «da tre elementi che agiscono assieme». Il programma di acquisti di titoli che andrà avanti fino a fine anno al ritmo di 60 miliardi al mese e da gennaio a 30 miliardi per almeno altri nove mesi. Secondo, i tassi d’interesse che resteranno a zero «ben oltre la fine degli acquisti netti». Terzo, lo stock di titoli comprati e la sostituzione di quelli che vanno a maturazione con altri acquisti, che gli analisti prevedono mediamente tra i dieci e i venti miliardi al mese. I mercati hanno reagito agli annunci con un calo dell’euro e dei rendimenti dei titoli di Stato e con un rialzo delle Borse, segno che li hanno letti come indicazioni di volontà espansiva.
Sulla questione delle proposte della Bce per trattare i futuri crediti in sofferenza delle banche, molto criticate in Italia, Draghi ha lasciato che rispondesse Vitor Constancio. Il vicepresidente della Bce ha difeso l’operato della vigilanza: si tratta di proposte «corpose ma ragionevoli», ha detto. Ha però ribadito che sui crediti in sofferenza del passato «non è stato deciso niente: è un tema delicato e lo guardiamo con attenzione».
@danilotaino