Corriere della Sera

Piazza Affari, in 10 anni persi 200 miliardi

- Sergio Bocconi

Piazza Affari negli ultimi 10 anni è stata la peggiore delle principali 20 Borse mondiali, perdendo oltre 200 miliardi di capitalizz­azione: se nel 2006 valeva 779 miliardi, a settembre di quest’anno era a quota 555. Eppure il settore Star è nel periodo secondo solo al Nasdaq e Borsa italiana ha assicurato circa i due terzi degli utili dell’intero gruppo London Stock Exchange. Lo afferma la 71esima edizione dell’indagine «Indici e dati» realizzata dall’area studi di Mediobanca.

Secondo il rapporto 100 euro investiti a Milano nel 2006 si sono oggi ridotti a 83,6, con una perdita annua, incluso il reinvestim­ento dei dividendi, dell’1,6%. Un dato che si confronta con la media dei Btp che ha assicurato un rendimento annuo del 4,9%. Gli stessi 100 euro investiti però nel

Il crollo La capitalizz­azione da 779 a 555 miliardi: la peggiore delle prime 20 Borse

segmento Star (società con capitalizz­azione tra 40 milioni e 1 miliardo, flottante minimo del 35%, governance allineata agli standard internazio­nali) sono invece cresciuti a 251 euro: con un rendimento annuo pari all’8,96% sono secondi solo a quelli del Nasdaq che dal 2006 hanno reso in media il 12%. Guida la classifica Star nel decennio Ima, i cui soci hanno visto il valore dell’investimen­to (inclusi i dividendi) moltiplica­to per 12,7 volte con un rendimento medio annuo del 26,6%, segue Reply il cui valore è cresciuto di 12,4 volte (26,4% medio). Subito dietro un’altra società di lunga “militanza” Star, Brembo, il cui valore si è moltiplica­to per 10,6 volte, il 24,6% medio annuo%.

A pesare in Piazza Affari è in particolar­e l’incidenza dei titoli bancari, che negli ultimi dieci anni hanno accusato un rendimento annuo in calo del 10%: 100 euro investiti nel 2006 oggi sarebbero scesi a 31. Le banche hanno realizzato invece i maggiori aumenti di capitale. Se dal 2007 sono stati raccolti in totale 95 miliardi, il 62% è stato assorbito dalle aziende di credito mentre il 33% dall’industria. Unicredit ha raccolto 27,5 miliardi, oltre un quarto degli aumenti nel decennio; sommando poi le quote di Mps (14%) ed Enel (8%) si arriva alla metà.

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