Corriere della Sera

Il quaderno segreto di Bassani

Domani a Bologna le carte ritrovate verranno consegnate alla Fondazione intitolata all’autore. Presente Vittorio Sgarbi, tramite tra la famiglia e il «custode» del diario Lo scrittore lo donò nel 1975 a un’amica che poi lo affidò al poeta Gobbato: all’in

- Di Ida Bozzi

Di mano in mano e di dono in dono, giunge fino a noi un quaderno di inediti di uno dei più importanti scrittori del Novecento, un manoscritt­o per decenni «custodito» da un poeta. Lo scrittore è Giorgio Bassani (1916-2000), l’autore delle Cinque storie ferraresi (Einaudi, 1956) e de Il giardino dei Finzi-Contini (Einaudi, 1962); il quaderno di inediti è stato conservato per oltre trent’anni dal poeta Carlo Antonio Gobbato e di recente è stato riconosciu­to come autografo dello scrittore dalla figlia, la studiosa Paola Bassani Pacht, contattata da Gobbato grazie all’intervento di Vittorio Sgarbi; l’inedito sarà consegnato formalment­e tramite la figlia alla Fondazione Giorgio Bassani (l’atto di donazione ufficiale è già stato sancito dal notaio) domani, in due eventi: un annuncio a Ferrara e la consegna a Bologna durante un incontro con i critici letterari.

Intanto, che cosa contiene il quaderno di Bassani? Una serie di poesie scritte a mano, alcune inedite, altre poi pubblicate nel 1978 nella raccolta In gran segreto (Mondadori): in questa pagina si possono vedere tre pagine manoscritt­e con altrettant­e poesie inedite. Versi intimi di un dialogo esistenzia­le e sentimenta­le si leggono nella poesia Orfeo, che recita: «Ero molto lontano / non sai / quanto / Ti ho stretto forte la / mano per tornarti / accanto / per ritornare / qua». Mentre nel componimen­to intitolato Da ragazzo e da giovane le parole prendono la forma del paesaggio: «Da ragazzo e da giovane prediligev­o / il mare tanto il suo blu / pacifico / quanto le bianco / azzurre sue tempeste». E infine, A un’amica allude alla distanza tra tedio e sofferenza: «Ricordati che chi davvero soffre non si / annoia mai / bada anche tu che il tedio non è che / tedio / squallore».

Ma come è giunto il manoscritt­o fino al poeta Gobbato? Nato a Latisana in provincia di Udine nel 1955, di formazione criminolog­o e sociologo, autore di alcuni contributi nel campo della sociologia, il poeta ci racconta di essersi ritirato per alcuni anni dalla scena letteraria pubblica, pur continuand­o a scrivere (sua la raccolta poetica La tela di giorno, Conti, 1991). Gobbato, che definisce il suo gesto di dono un «atto poetico», racconta: «Nel 1983 o 1984, non ricordo con esattezza, mi trovavo insieme all’amico Corrado Costa a casa di una sua amica di nome Giovanna; fu lei, che avevo appena conosciuto, ad affidarmi un quaderno “molto importante” chiedendom­i di custodirlo. Le chiesi perché lo donava proprio a me e mi rispose “perché sei un poeta”. Dopodiché io l’ho custodito con grande amore e rispetto per anni, l’ho riversato in un pdf e lo leggevo da lì per non sporcarlo, e ciò che ho consegnato a Paola Bassani è esattament­e quello che ho avuto. La bellezza di questo quaderno sono le varianti delle poesie che lì si possono leggere, e le cancellatu­re. Per il resto, per dire, anche le macchie di caffè sulle pagine, se ce ne sono, appartengo­no all’originale».

Sul quaderno si legge una dedica autografa di Bassani che data il dono all’amica all’agosto 1975; lo scrittore era solito regalare agli amici versioni manoscritt­e dei suoi componimen­ti. «Nella giornata dell’evento, domani — prosegue Gobbato — chiederò a Giovanna, che sarà presente, di rivelare il suo cognome e raccontare come ebbe il quaderno di Bassani». Quanto al motivo che ha spinto Gobbato a donare ora il quaderno a diciassett­e anni dalla morte dello scrittore (che non ha mai conosciuto di persona), il poeta risponde: «Non sapevo esattament­e come era nato il regalo di Bassani e poi non mi era venuto in mente di donare una cosa data a me; ma negli anni alla fine la decisione è maturata».

Dopo la morte di Giorgio Bassani, avvenuta nel 2000, una lunga vicenda giudiziari­a ha riguardato la sua eredità. Solo dopo la fine della vertenza, Gobbato ha avuto l’idea di contattare la famiglia per offrire il quaderno in dono alla Fondazione. Non conoscendo nessuno dei Bassani, si è rivolto al critico ferrarese Vittorio Sgarbi, interpella­to a Bologna durante la

presentazi­one al pubblico di un suo libro.

Ricorda Vittorio Sgarbi: «Io sono stato la levatrice. Andai a presentare un mio libro a Bologna, al Baglioni, quando apparve un giovane, un professore, che mi disse: vorrei capire come fare, come contattare la famiglia, ho un quaderno di Bassani. Io trovo che la cosa non è complessa (mentre al giovane sembrava impresa complicata) e chiamo la figlia di Bassani, che vive a Parigi. Nella percezione della memoria mi ero perfino convinto di averlo visto, il quaderno, mentre lo vedrò nella serata della consegna».

E poi, conclude il critico, passa qualche tempo e la professore­ssa Bassani entra in contatto con Gobbato. Perché proprio Vittorio Sgarbi, a fare da «levatrice» per questo dono? «Mio padre giocava a tennis con Bassani — risponde il critico — e anche in uno dei suoi libri racconta un pranzo con Bassani e Vancini in cui Bassani manifestò tutto il suo disaccordo con il film (Il giardino dei Finzi-Contini di Vittorio de Sica, dai cui titoli di coda Bassani volle essere cancellato, ndr). E in generale le nostre due famiglie si frequentav­ano». E conclude Sgarbi: «Il mio fiuto è stato premiato: quando poi la Bassani va a incrociare il giovane, riconosce che è un quaderno degli anni Settanta, e dice che si tratta di poesie bellissime di papà».

La vicenda avrà la sua consacrazi­one ufficiale domani, in due città diverse: a fine mattinata si terrà una conferenza stampa all’Ibs Libraccio di Ferrara, cui parteciper­à lo stesso Gobbato con Paola Bassani e Vittorio Sgarbi (ore 13), un’occasione in cui probabilme­nte si conoscerà anche la persona, l’amica Giovanna, che ricevette il quaderno di inediti in dono da Bassani e che lo offrì a Gobbato, e si ascolteran­no da lei le circostanz­e del dono ricevuto e fatto.

E domani sera si svolgerà invece a Palazzo Isolani di Bologna L’evento è il dono, con l’atto di donazione del quaderno, e gli interventi dei critici Francesco Bausi, Walter Leonardo Puccetti e Massimo Raffaeli (alle 18). «Mi sembra di aver dato da cittadino e da poeta — conclude Carlo Antonio Gobbato — un piccolo segno di quel che ognuno può fare per la cultura, in un’epoca in cui tutto è strumental­izzabile. Credo di aver assolto il mio mandato di custode».

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 ??  ?? Le voci Dall’alto: Giorgio Bassani (19162000); la figlia Paola Bassani, autrice di Se avessi una piccola casa mia. Giorgio Bassani, il racconto di una figlia (La nave di Teseo); e Carlo Antonio Gobbato
Le voci Dall’alto: Giorgio Bassani (19162000); la figlia Paola Bassani, autrice di Se avessi una piccola casa mia. Giorgio Bassani, il racconto di una figlia (La nave di Teseo); e Carlo Antonio Gobbato
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 ??  ?? Il critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi (1952): «Nella vicenda del quaderno di Bassani io sono stato la “levatrice”»
Il critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi (1952): «Nella vicenda del quaderno di Bassani io sono stato la “levatrice”»

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