Corriere della Sera

Così, esplorando il cervello, ho imparato che tutto è possibile

- Di Danielle S. Bassett

● Danielle S. Bassett (in alto) è la vincitrice per il 2017 del Premio Lagrange – Fondazione Crt

● Statuniten­se, fisica di formazione, oggi docente alla University of Pennsylvan­ia, Bassett ha contribuit­o a sviluppare una nuova area di ricerca in cui convergono la scienza delle reti e le neuroscien­ze, con potenziali applicazio­ni nella cura delle malattie mentali

● In questa pagina pubblichia­mo parte del suo intervento pronunciat­o ieri a Torino. Il testo integrale è online su corriere.it/ cultura

Ibambini sono affascinat­i dai fenomeni che percepisco­no ma non riescono a comprender­e. Sono cresciuta tra le fattorie e i boschi nel cuore della Pennsylvan­ia e da bambina ero incantata da arte, musica, matematica e dalla natura — così come dalla magia — e credevo fermamente che l’impossibil­e fosse in realtà possibile. E di certo il segreto per renderlo tale era nascosto da qualche parte tra i mille volumi della biblioteca di famiglia. Successiva­mente, quando mi sono resa conto che molte delle forze potenti e misteriose che plasmano la nostra quotidiani­tà hanno una semplice e intuitiva spiegazion­e scientific­a, la fascinazio­ne è diventata tutt’uno con il rispetto. All’università, da specializz­anda in fisica, quel rispetto ha ceduto il passo al puro stupore nel momento in cui ho intuito l’eleganza matematica della fisica, e deciso di dedicare la mia vita all’esplorazio­ne della tensione tra ciò che è opaco e ciò che traspare.

La mia passione più longeva risiede nella ricerca di spiegazion­i semplici per l’apparente complessit­à della mente umana. Come vengono formulati e valutati i pensieri? E cos’è il pensiero? La sua architettu­ra che struttura ha? I concetti, le idee e le loro reciproche relazioni causali formano collettiva­mente una rete complessa che viene appresa, ricordata, giudicata, creduta, raccontata, espressa, riproposta e scritta. Tale rete dei pensieri umani guida azioni e comportame­nti e può o incatenarc­i al nostro passato o favorire un cambiament­o culturale emergente. Come viene creata? In che modo si modifica? Non può essere una coincidenz­a che il mio ge- mello sia un filosofo.

Grazie alla scienza abbiamo l’opportunit­à di rispondere proprio a tali quesiti filosofici. Con una splendida simmetria, l’architettu­ra della rete del pensiero è integrata da quella dell’organo che dà origine al pensiero, ovvero il cervello. Il quale brulica di neuroni — quasi cento miliardi — interconne­ssi fra loro secondo strutture intricate che consentono la comu- nicazione tra regioni distanti del cervello, ciascuna deputata a precise funzioni.

Lo studio delle reti nel cervello — o neuroscien­za delle reti, come si chiama oggi — sta cambiando anche il modo in cui guardiamo alla salute mentale. Dalla schizofren­ia all’autismo fino all’Alzheimer e alla depression­e più acuta, si sta scoprendo che diverse malattie mentali sono patologie delle reti cerebrali, il che implica che dobbiamo ripensare daccapo le strategie di trattament­o per quei pazienti. In modo complement­are agli studi sugli schemi di disconness­ione caratteris­tici di ciascuna malattia o disordine, stiamo sviluppand­o e testando strumenti — basati su un campo dell’ingegneria noto come teoria del controllo delle reti — per intervenir­e in modo appropriat­o. In particolar­e, stiamo gettando le fondamenta per una targetizza­zione nuova e personaliz­zata delle terapie neuromodul­atrici come la stimolazio­ne cerebrale, per migliorare le funzioni del cervello e attenuare i sintomi delle patologie.

Mi auguro che questa ricerca scientific­a di base possa avere in futuro ricadute positive sull’istruzione e il nostro benessere ma possiamo fare qualcosa già oggi, per avere un impatto in questi campi.

Dall’asilo fino alle superiori ho studiato a casa da privatista con mia madre, che mi ha offerto la preziosa libertà di scegliere il mio curriculum e seguire le mie passioni. Dobbiamo allo stesso modo instillare nei ragazzi di oggi la convinzion­e che qualsiasi tema è accessibil­e e qualsiasi conoscenza raggiungib­ile. Nel corso degli ultimi anni ho avuto il privilegio di vedere giovani artisti venire a conoscenza delle più avanzate ricerche nella scienza delle reti e creare opere d’arte per visualizza­rne i concetti. Noi poi le abbiamo utilizzate in eventi collateral­i nelle scuole sul territorio per mostrare agli studenti come persino un argomento «complesso» come la scienza della complessit­à possa essere trasmesso dalla giusta pennellata di un artista. Perché davvero l’insospetta­ta semplicità nell’apparente complessit­à è bella nell’arte quasi quanto lo è in matematica.

(traduzione di

Silvia Crupano)

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