Corriere della Sera

Soldati e pellerossa senza emozioni

- Di Paolo Mereghetti

Ricordarci che l’epopea del West non sia stata un’avventura romantica sembra il compito che si è dato Scott Cooper (già premiato qui a Roma nel 2013 per Il fuoco della vendetta) con Hostiles, il film che Antonio Monda ha scelto per inaugurare questa dodicesima edizione della Festa (dopo averne preso le distanze come critico di Rainews24: l’ha svelato Luigi Mascheroni sul Giornale). Racconta il viaggio dal New Mexico al Montana, nel 1892, del capitano Blocker (Christian Bale) per accompagna­re un vecchio e malato capo Cheyenne (Wes Studi), in prigione da sette anni, a morire nelle sue terre natali. Nemici per tutta la vita, i due sono accompagna­ti da un piccolo gruppo di simili e incroceran­no nel viaggio i tanti simboli di quell’epopea — la vedova (Rosamund Pike) di un pioniere, i Comanches cattivi, i bianchi altrettant­o violenti, il soldato assassino ma anche quelli onesti ed eroici — per arrivare alla fine a interrogar­si sui propri odi e le proprie passate azioni. Siamo in pieno western revisionis­ta, più furbo che ispirato però, dove il fascino dell’ambientazi­one rischia di svanire di fronte ai discorsi troppo politicame­nte corretti dei vari personaggi (possibile che già allora i pellerossa venissero chiamati «nativi»?) e a un impianto dimostrati­vo — ogni episodio, un tema — che toglie forza ed emozioni al film. Su cui, alla fine, concordiam­o più col Monda critico che con quello direttore di festival.

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