La donna del West
La diva protagonista di «Hostiles» con Christian Bale Rosamund Pike: film contro i razzismi che vuole parlare all’America intollerante di oggi
ROMA Rosamund Pike si è scrollata di dosso tutta la polvere, i graffi, le contusioni del selvaggio West create dal trucco & parrucco in Hostiles. E all’apertura della Festa del cinema si presenta fasciata da un abito rosso vivo, o rosso red carpet: lei è la prima a percorrerlo. Ecco il presidente della Repubblica Mattarella. All’Auditorium sembra di essere in Parlamento, Padoan, Franceschini, Boschi, Grasso, più la sindaca Raggi e gente di cinema, i registi Gabriele Mainetti e Paolo Genovese, Carlo e Enrico Vanzina... La Festa del cinema ospita Rosamund, quest’attrice londinese bionda e sofisticata, che ha studiato Letteratura inglese a Oxford, dove diventò amica di Chelsea Clinton, figlia del presidente di un’America che sembra scomparsa, almeno alla Casa Bianca e sul sofà del produttore-orco di Hollywood. Lei tocca l’argomento degli abusi sessuali senza fare nomi ma il messaggio arriva lo stesso forte e chiaro: «Noi donne di recente siamo rimaste affascinate da cosa succede quando dobbiamo far sentire la nostra voce e ci mettiamo insieme».
Hostiles è il lungo viaggio nel 1892, dal New Mexico al Montana, di un capitano dell’esercito che accetta con riluttanza di scortare un capo guerriero Cheyenne alla terra natale. Abito sporco da set o da passerella, Rosamund nel 2002 al casting di 007 La morte può attendere si presentò con un golfino: «Risero tutti; tornai indossandone uno di mia madre, cantante d’opera, nemmeno quello andava bene. Però come Bond Girl presero me». Senza nulla addosso invece ha recitato a Londra nella pièce Hitchcock Blonde, dove mise in scena l’ansia erotica del maestro del brivido, ossessionato dalle bionde: Nuda per dieci minuti, vestita di tacchi a spillo.
Tornando alle praterie, Christian Bale, a Roma il protagonista, è assente. C’è invece il nativo Wes Studi: era terribile in L’ultimo dei mohicani, quando mise nel pentolone bollente una giubba rossa, qui è un innocuo pellerossa in pensione. E c’è soprattutto la donna del West, la bella Rosamund, 38 anni, che impersona l’unica sopravvissuta di una famiglia sterminata da una banda di Comanche. Il regista fatica «a capire che l’America è lo stesso paese in cui abbiamo vissuto gli otto anni della presidenza Obama. Come sono stati possibili gli incidenti all’università Passerella Il regista Cooper, Rosamund Pike e Wes Studi di Virginia, che dovrebbe essere il luogo dell’apprendimento e della cultura?».
Rosamund Pike annuisce: «Scott si riferisce all’antisemitismo, all’odio per le minoranze. Se continua così le difficoltà saranno enormi. L’America sta vivendo una spaccatura razziale e culturale profonda. La nostra speranza è che il film possa avviare una riconciliazione». Il sergente della scorta dice al capo Cheyenne: «E’ imperdonabile quello che abbiamo fatto a voi nativi», frase politically correct che suona forzata per l’epoca.
Il personaggio di Miss Pike «è una donna forte. Ha una reazione di terrore nel vedere i nativi, dopo quello che è successo ai suoi cari. Poi capisce che la moglie del capo Cheyenne è una madre come lei, non è una crescita cosciente, il suo cambio di giudizio nasce dalla capacità di osservare. E’ un viaggio diverso da quello di Bale, un soldato ha bisogno di avere un nemico, l’odio viene nutrito per necessità, sennò qual è il senso della sua vita? Ma è per entrambi un percorso dell’anima».
Sopravvissuta L’attrice impersona l’unica sopravvissuta di una famiglia uccisa da alcuni Comanche