La Svezia celebra Luca l’italiano di Stoccolma Ora si dedica agli azzurri
C’è un italiano col numero 9 sulle spalle che fa saltare di gioia un angolo di Stoccolma, a due passi dallo stadio avveniristico di Solna, dove tra due settimane la Nazionale di Gian Piero Ventura si giocherà il primo pezzo del Mondiale di Russia, nella gara del playoff di andata contro la Svezia. Luca Gerbino Polo dall’alto dei suoi 193 centimetri è il classico centravanti d’area di rigore e martedì sera con un bel colpo di testa a pochi minuti dal novantesimo ha regalato la promozione in serie A con due giornate di anticipo al Brommapjokarna, uno dei vivai storici del calcio svedese, coi suoi 4.000 tesserati tra maschi e femmine. Ad esultare come un invasato in panchina e ad abbracciare questo 30enne trevigiano, c’è una vecchia conoscenza del calcio italiano: Olof Mellberg, alias «capitan Biscotto», uomo chiave assieme all’amico fraterno Ibrahimovic dei gialli di Svezia all’Europeo di Portogallo, nel pareggio contro gli azzurri, ma soprattutto nel famigerato 2-2 contro la Danimarca che fece fuori l’Italia di Trapattoni per differenza reti.
«Mellberg non ne parla, ma gli altri svedesi qui scherzano ancora molto su questo — racconta Gerbino — forse anche per esorcizzare la paura. Tutti pensano che la squadra di Ventura sia realisticamente più forte della Svezia. Però allo stesso tempo sperano in un’altra beffa come quella del 2004. E l’entusiasmo è alle stelle. I biglietti per la partita sono stati letteralmente bruciati in poche ore, creando anche molte polemiche, perché per tante persone è stato impossibile provare ad acquistarli: la Federazione ha dovuto fare anche un comunicato per scusarsi. Io il mio posto alla Friends Arena ce l’avrò, grazie alla mia squadra. Ma mi toccherà vederla nel settore svedese: se c’è da esultare per gli azzurri, non mi farò certo problemi…».
Luca è l’unico italiano a giocare in Svezia tra A e B, una scelta agevolata da Carin, la fidanzata italo-svedese cresciuta come lui in Veneto, ma pur sempre insolita. In Italia la sua dimensione era quella della Lega Pro, con tutti i rischi del caso: «A Ravenna in prima Divisione stavo benissimo, ma la società è fallita e la situazione economica non era certo facile. A Rimini dovevano investire per arrivare in B e sono finiti in D. Sono ripartito dal basso a Stoccolma, ho fatto il record di gol nella C svedese, ho frequentato i corsi di lingua gratuita per gli immigrati e adesso ho ottenuto la certificazione linguistica e studio service management all’Università, ho giocato in una squadra di immigrati greci come l’Akropolis e poi sono ripartito dal Brommapjokarna: nel 2013 hanno affrontato il Torino in Europa League, poi sono incappati in una doppia retrocessione. Col mio gol di martedì è terminato il percorso inverso: doppia promozione e per me, che ho ancora un altro anno di contratto, l’emozione più bella della carriera».
Per il suo allenatore, che da difensore ha indossato anche la maglia della Juventus nel 2008-2009 con Ranieri allenatore (27 gare e 2 gol) è invece il trampolino per una carriera che sembra già ben avviata: «Dopo questo doppio salto Mellberg è già molto richiesto — spiega Gerbino — studia tantissimo, cura i dettagli in modo maniacale, soprattutto attraverso i video. Ma tutto il calcio svedese sembra in crescita, come dimostra la vittoria dell’Europeo Under 21 due anni fa. Nel mio club ci sono ben 200 squadre maschili e femminili, dato che la parità qui è un tema sentitissimo. In generale si respira un clima costruttivo e di grande fiducia. Lo stesso che troverà l’Italia
tra due settimane».
Ma come si festeggia una promozione a Stoccolma? «Con un giorno di riposo e con un seminario sul razzismo, obbligatorio per la prima squadra maschile e per quella femminile: una ragazza di origine iraniana ci ha spiegato quello che sta facendo la Federazione contro le discriminazioni e le possibilità che abbiamo noi come atleti di segnalare episodi o abusi. In Italia incontri così non ne ho mai fatti».
La scalata Gerbino ha segnato il gol della scalata in A con la squadra allenata da Mellberg