Doppietta di Higuain Milan in ginocchio
Doppietta dell’argentino, la Juve raggiunge il Napoli Milan al 5° k.o., la zona Champions è lontanissima
MILANO Vincenzo Montella sperava di riaccendere il Milan e invece è Massimiliano Allegri a ritrovare le antiche certezze. La Juve, quella di ferro, è tornata. Solida in difesa, tanto che per la prima volta in stagione non subisce gol in trasferta, concreta in attacco grazie a Gonzalo Higuain, che supera il muro delle 100 reti in serie A (101 per la precisione) con una doppietta implacabile, due colpi secchi e imprendibili, uno per tempo, i primi al Diavolo con la maglia bianconera. Il Pipita è una sentenza, l’uomo che spacca la partita in cui il Milan, almeno sino a quando il risultato è in bilico, si comporta in maniera onorevole, tenendo palla e cercando di governare il gioco.
Montella farebbe bene a interrogarsi: come finirebbe a centravanti invertiti? Kalinic, per il quale nutriamo grande stima, si sbatte, ma sotto porta si spegne: un gol sbagliato sullo 0-0, una traversa sull’1-0 (per la deviazione di Buffon) e per due volte arriva in ritardo sugli invitanti cross di Borini. Nel Milan, per la verità, sotto tono ce ne sono parecchi: dal solito trascinatore Suso, ad altri due grandi acquisti (insieme a Kalinic) dell’estate: Biglia e Calhanoglou.
La Juve è spietata, come la voleva e sognava Allegri. All’inizio, travolta dal pressing asfissiante, gioca corta e stretta come una provinciale, concedendo poco, trasformando il 4-2-3-1 in un pratico 4-4-2 con Cuadrado schiacciato da Borini e gli esterni bassi incapaci di ripartire. Ma è sufficiente un’azione, sull’asse Pjanic-Dybala, per mandare in rete Higuain e rompere l’equilibrio.
La vecchia regina non è sfavillante, ma tiene il campo benissimo, sa soffrire, mette in mostra le parate di Buffon e un grande Chiellini in mezzo all’area. La differenza la fa il Pipita, burbero e implacabile. A Udine aveva lavorato per la
squadra, contro il Milan torna letale, dimostrandosi capace di alternare il fioretto alla spada. Un campione migliore per una Juve che stavolta non ha black out, non cala sul piano della concentrazione, anzi gioca sino alla fine con la determinazione necessaria, andando a dormire in testa alla classifica con gli stessi punti del Napoli. E anche se sarà per una notte sola, le rivali sono avvisate: i bianconeri sono tornati.
Per il Milan il colpo è brutto. La vittoria di Verona aveva illuso gli ottimisti. Ma la distanza con le grandi è enorme e immaginare i rossoneri, alla fine del campionato, tra le prime quattro è un esercizio complesso. Montella, che tornerà sotto esame, deve prendere atto dei progressi indubitabili della squadra, ma non sottovalutare gli errori che restano moltissimi. La difesa, per esempio, concede troppo spazio sui gol juventini: Romagnoli e Rodriguez si addormentano rispettivamente sul primo e sul secondo acuto del Pipita, mentre Biglia perde Dybala nell’azione dell’1-0. Inoltre in attacco, oltre alla precisione, manca un briciolo di fantasia. Anche un vero bomber.
Se Lazio e Inter, rispettivamente oggi a Benevento e domani sera a Verona con l’Hellas, fanno il proprio dovere, la zona Champions diventa lontana 12 punti. Quasi una condanna.