Gentiloni preme su Renzi
Il premier chiede un cambio di linea sulle alleanze: con centro e sinistra si vince
Si fa intenso il dibattito dentro il Pd. Dalla conferenza programmatica di Napoli c’è l’invito del premier Gentiloni al segretario del partito Renzi ad allargare la coalizione: «Un assetto largo, aperto al centro e a sinistra. Un assetto il più largo possibile». Ed anche il ministro della Giustizia Orlando invita il Pd a guardare «al centro e a sinistra». Renzi smorza le polemiche sul caso Bankitalia con Gentiloni: «Il Pd è casa sua» dice Renzi. Si fa sempre più probabile la data del 4 marzo per le elezioni. Il ministro degli Interni Minniti torna a chiedere l’approvazione dello ius soli.
L’incontro in diretta Facebook e a beneficio di qualunque media riesca a stare stipato nel vagone adibito a sala riunioni del treno che sta portando Renzi in giro per l’Italia, serve chiaramente a ostentare intesa e unità. Si chiamano per nome, Matteo e Paolo, e Matteo lo ammette che «in settimana c’è stata qualche diversità di vedute» ma aggiunge che «dare qui il benvenuto a Paolo» è superfluo, «perché il Pd è casa sua».
Paolo, invece, riferimenti al recentissimo passato nemmeno ne accenna, va subito a fondere le questioni di casa con quelle di governo. Dice: «È fondamentale per un grande partito proporre la sua visione e la sua responsabilità verso il Paese. Il Pd è il messaggio della sinistra di governo».
Il prossimo, ovviamente. Quindi la questione centrale della conferenza programmatica del Partito democratico che si sta svolgendo nel museo ferroviario di Pietrarsa a Portici, è come arrivarci al governo del Paese nella prossima legislatura. Guardando oltre il partito, è il messaggio che viene fuori dopo i primi due giorni di dibattito.
A dirlo chiaramente dal palco è il ministro dell’Interno, Marco Minniti: «La sfida è lavorare insieme oltre i confini del Pd per costruire una grande alleanza, governare l’Italia, battere la destra e sconfiggere definitivamente i populismi».
Il responsabile della Giustizia, Andrea Orlando, condivide: «Non ho da rivendicare il copyright della questione, mi interessa il risultato e se è la ricostruzione del centrosinistra non posso che essere soddisfatto», dice. E aggiunge che «da solo il Pd non va da nessuna parte, e per vincere le prossime elezioni bisogna costruire una coalizione che guardi al centro e a sinistra».
Lo dicono anche altri. Lo dice, per esempio, il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia: «Dobbiamo pretendere da noi stessi l’impegno a costruire una coalizione che metta insieme tutte le anime della sinistra italiana».
Ma soprattutto, nell’intervento che chiude i lavori della seconda giornata, lo dice Gentiloni, che si rivolge direttamente a Renzi, seduto in prima fila: «Caro Matteo, con la tua leadership dobbiamo darci l’assetto migliore per vincere. Un assetto largo, aperto al centro e a sinistra. Un assetto il più largo possibile».
Quindi, insiste il premier, «spalle larghe, poche chiacchiere, gioco di squadra e soprattutto unità». Perché così «questo Pd può vincere».
«Diversità di vedute» Il leader pd: «C’è stata qualche diversità di vedute, ma il Pd è la casa di Paolo»