La vicenda
Soraya lo ha trafitto con il sarcasmo: «Non è una domanda difficile, signor Puigdemont — lo ha incalzato mentre il cronometro esauriva le ultime ore prima del commissariamento —. Deve solo rispondere sì o no: ha dichiarato l’indipendenza unilaterale della Catalogna?». Si è assunta il ruolo di «zarina» pronta a soffocare i sussulti della Catalogna indomita, senza concederle una via d’uscita onorevole. O dentro o fuori: Soraya non concede salvacondotti. Ha imparato a tenere testa agli avversari nei dibattiti preelettorali che il capo le delegava volentieri: «Se sei donna e alta un metro e mezzo, ti credono vulnerabile» ebbe modo di rendersi conto agli inizi della sua carriera. Quando nel 2011 Rajoy conquistò la Moncloa, lei aveva partorito da 10 giorni: un mese dopo era già vice presidente e portavoce del governo. Era un 21 dicembre, guarda caso. ● Venerdì il Parlamento catalano ha approvato una proposta presentata dalla maggioranza parlamentare indipendentista e ha dichiarato la Catalogna indipendente
● I deputati di Partito Popolare, Partito Socialista Catalano e Ciudadanos sono usciti dall’Aula
● Poco dopo, il Senato spagnolo ha approvato l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione, che consente allo Stato di prendere il controllo di una Comunità autonoma
● Ieri il premier spagnolo Rajoy ha delegato alla sua vice, Soraya Sáenz de Santamaría, la presidenza della Regione dopo aver dichiarato decaduto Carles Puigdemont
Signor Puigdemont dica solo sì o no: ha dichiarato l’indipendenza?