Corriere della Sera

Moelgg sul podio, eccesso di velocità per Goggia e Bassino

La capitana terza nel gigante di Soelden, le azzurre più attese sciano bene ma escono nella prima manche

- Flavio Vanetti

DAL NOSTRO INVIATO

Diamo un cartellino giallo a Sofia Goggia, un rimbrotto a Marta Bassino e un bacio a Manuela Moelgg. Mentre le due più attese si incartano per eccesso di velocità nei paraggi del secondo intertempo della discesa iniziale, è la veterana della squadra di gigante, 34 anni e una passione di ferro, a salvare la baracca nell’apertura della Coppa del Mondo. Manu, preceduta dalla Rebensburg e dalla Worley, una ex campioness­a olimpica e quella del mondo in carica, centra un podio double-face. Sa di sconfitta — oltre all’uscita di scena di Marta e Sofia c’è il ricordo del suo primato al giro di boa, svaporato a causa del 17° tempo nella seconda manche — ma ha anche dei valori. In ordine sparso: dà subito all’Italia delle porte larghe, in formazione rimaneggia­ta per le assenze di Brignone, Marsaglia e Fanchini, un sigillo tra le «top three»; fissa per la Nazionale rosa il 5° gigante consecutiv­o sul podio, il 6° con quello al Mondiale; dimostra che la capitana coraggiosa può dare un contributo non marginale. «Ho dimostrato che posso sciare come le giovani e che ho fatto bene a non ritirarmi» dice Manu con legittimo orgoglio.

Prima di lei, però, serve parlare di Marta e Sofia (che ha rimediato pure una lieve contrattur­a muscolare). Andavano come spie, entrambe hanno trovato l’autovelox, azionato anche dal vento assassino che colpiva alle spalle. La Bassino, che aveva l’occasione di stravincer­e nella giornata opaca della Shiffrin, del flop della Vonn e delle difficoltà della Gut, si mangia le mani: «Avevo una velocità bestiale. Nemmeno il tempo di realizzare che avrei dovuto controllar­e e mi sono trovata fuori. Prendo il buono di questa gara: so di essere competitiv­a». È lo stesso discorso della Goggia. Che, però, ci pare più colpevole. Non stava sciando bene — lo ammette — e forse per quello ha pigiato troppo il piede: di nuovo il desiderio di strafare? Ancora una «goggiata»? «In quel punto devi andare “a canna”. Ma poi è importante tenere la velocità. Ho sentito una folata di vento da dietro e l’accelerazi­one è stata terribile. Non è una scusa: anzi, avrei dovuto sfruttare la spinta. Resto fiduciosa, comunque: la sciata c’è». Il c.t. Matteo Guadagnini conferma: «Nessuno andava come loro due, mi hanno impression­ato in positivo».

La Moelgg, invece, nella seconda discesa non ha mai trovato l’high speed. E ha perso. Ma la vittoria per Manu è un supplizio di Tantalo a cui ha fatto il callo: 12 podi minori in una carriera che la vide esordire in Coppa nel 2000. Lo zero nella casella principale non le pesa. «Ci ho provato anche stavolta. Al via mi sento sempre la migliore e punto al successo. La vittoria che non c’è mi dà un buon motivo per lavorare di più». Capitana, ritenta: ne hai facoltà.

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