Meno accessi al Pronto soccorso grazie all’infermiere di comunità
Per ogni bisogno assistenziale i cittadini dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 2 (Aas2) Bassa Friulana-Isontina hanno come riferimento l’infermiere di comunità (uno ogni 3.000 - 4.500 abitanti), attivo già dal 2000 nell’ex Asl Bassa Friulana. L’infermiere, dipendente del Servizio sanitario, opera in ambulatorio e a domicilio. Spiega la responsabile del Servizio professioni sanitarie dell’Aas2, Mara Pellizzari: «Oltre a fornire prestazioni assistenziali prescritte dal dottore, promuove l’integrazione socio-sanitaria attivando medici di famiglia, fisioterapisti, assistenti sociali ma anche reti informali - vicinato, parrocchie, volontari disponibili ad aiutare chi ne ha bisogno. In pratica, istituzioni (Asl, servizi sociali del Comune) e società civile collaborano per garantire “cure di comunità”». Grazie a questo modello di presa in carico, da un triennio all’altro ci sono stati 14 mila accessi in meno ai Pronto soccorso del territorio e sono diminuiti i ricoveri.
L’infermiere visita a domicilio gli anziani ultra 65enni, anche in buona salute, nelle zone montane del Piemonte, Regione capofila del progetto europeo CoNSENSo (Community nurse supporting elderly in a changing society, cioè infermiere di famiglia e comunità a sostegno dell’invecchiamento), avviato in via sperimentale l’anno scorso anche in altre quattro Regioni alpine.
«L’obiettivo è attivare interventi di prevenzione e supporto al domicilio degli anziani per aiutarli a vivere autonomamente a casa loro il più a lungo possibile» spiega Floriana Montani, referente del proget-
L’integrazione In Friuli questa figura agisce anche come «raccordo» tra la Asl e la società civile