Corriere della Sera

Il reparto

- M.G.F.

to CoNSENSo per la Regione Piemonte. L’infermiere, appositame­nte formato, monitora lo stato di salute dell’anziano, individua i suoi bisogni e fa partire gli interventi necessari: per esempio contatta il medico se c’è un problema di salute, coinvolge l’assistente sociale se l’anziano non è in grado di cucinare e ha bisogno di pasti a domicilio, invita l’assistito a partecipar­e a gruppi di cammino se si muove poco.

Per facilitare il percorso di dimissione del paziente dall’ospedale e la sua presa in carico sul territorio, l’Asl Roma 2 ha attivato tre anni fa l’Unità di degenza infermieri­stica all’ospedale Pertini, accogliend­o le indicazion­i della Regione Lazio (DCA n. 370/2014). «L’Udi è un modulo aggiuntivo di ricovero a media-bassa intensità assistenzi­ale con dieci posti letto, gestito da infermieri ma la responsabi­lità climento nica è dei medici del reparto di provenienz­a — spiega Barbara Porcelli, responsabi­le dell’Uoc Assistenza alla persona dell’Asl Rm2 —. Quest’area ospita pazienti, senza limiti d’età, con patologie cronico-degenerati­ve, che possono essere dimessi dal reparto per acuti ma necessitan­o ancora di tutela medica e assistenza infermieri­stica 24 ore su 24, oppure possono essere dimessi ma hanno bisogno di assistenza a domicilio o devono essere trasferiti in strutture residenzia­li, di lungodegen­za o riabilitat­ive».

Per ridurre il sovraffoll­a-

al Pronto soccorso è partito nel 2010 in via sperimenta­le all’ospedale Careggi di Firenze, il See and treat (Vedo e tratto), poi esteso ad altri Pronto soccorso della Toscana con un numero di accessi superiore a 25 mila l’anno. «In pratica, negli stessi locali del triage o adiacenti, un infermiere appositame­nte formato e certificat­o si occupa direttamen­te dei pazienti con urgenze minori come ferite, abrasioni, infezioni intorno alle unghie, contusioni agli arti — spiega Marco Ruggeri, che lavora al DEA dell’Azienda ospedalier­o-universita­ria Careggi —. Per i pazienti si riducono i tempi di attesa al Pronto soccorso, e i medici possono dedicarsi ai casi più complessi. Dal 2010 a marzo 2016 sono stati trattati con questa modalità circa 60 mila pazienti».

A Roma, l’ospedale Pertini ha attivato un’Unità di degenza gestita da infermieri

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