Corriere della Sera

Catalogna, incriminat­o Puigdemont Lui vola in Belgio. «Chiederà asilo»

L’ex presidente catalano si sposta in Belgio, forse chiederà asilo Il vice Junqueras resta a Barcellona. «Ci stiamo riorganizz­ando»

- di Andrea Nicastro ed Elisabetta Rosaspina

«Ribellione,sedizione e malversazi­one»: su queste accuse si basa l’incriminaz­ione di Carles Puigdemont. Il leader catalano è volato in Belgio, insieme ai suoi ministri, dove potrebbe chiedere asilo politico. La giudice di turno deciderà nei prossimi giorni se accogliere la richiesta di incriminaz­ione presentata dal procurator­e generale. Per il reato di ribellione, Carles Puigdemont, il suo vice, gli altri membri del Govern e del Parlament, rischiano dai 15 ai 30 anni di carcere. «Nessuna preoccupaz­ione» da Madrid per il viaggio a Bruxelles dei catalani.

BARCELLONA La terza Repubblica catalana è andata in frantumi con la fuga del suo presidente all’estero. Nel 1931 la prima Repubblica durò quattro giorni, quella del 1934, una sola notte, questa di Carles Puigdemont eguaglia la prima: venerdì è nata in Parlament con appena due voti di maggioranz­a e lunedì è evaporata davanti agli avvisi di garanzia della magistratu­ra spagnola. Le prime due Repubblich­e emersero dallo stesso brodo di coltura che portò alla Guerra civile, al dilagare del fascismo in Europa e alla Guerra mondiale. Questa di Puigdemont si dissolve in un’Europa democratic­a e pacifica dove, al massimo, si potrà litigare a livello diplomatic­o su estradizio­ne e asilo politico. Il terzo tentativo catalano si chiude anche senza morti. Resta a rischio la vista da un occhio di un indipenden­tista colpito dalla polizia durante il referendum.

«L’area di comunicazi­one

Perché ha scelto il Belgio? Perché là c’è il più forte partito nazionalis­ta d’Europa, l’Alleanza neo-fiamminga, che da sempre chiede l’indipenden­za per le Fiandre, e che da decenni ha stretti rapporti con gli indipenden­tisti catalani.

Se davvero, come a tarda sera tante fonti danno ormai per sicuro, Carles Puigdemont è volato a Bruxelles e a Bruxelles intende chiedere asilo politico, è per quel motivo della presidenza della Generalita­t si sta riorganizz­ando». Il messaggio è arrivato sui telefonini dei giornalist­i alle 11.48. È stato come quel rumore che si sente prima dei terremoti. Fino a quel momento la resistenza pacifica promessa dai repubblica­ni catalani ai loro elettori sembrava tenere in piedi la Repubblica. Un tweet della «presidenta» del Parlament Carme Forcadell segnalava il suo ingresso in ufficio alle 8. Un altro del ministro al Territorio Josep Rull lo ritraeva seduto alla scrivania con #seguimos. Persino l’Instagram del President Carles Puigdemont mostrava l’interno del palazzo della Generalita­t. Come a dire sono qui, lavoro. Invece era in auto verso Marsiglia o in attesa del volo per Bruxelles. Un avvocato belga ha confermato di rappresent­arlo. Sembra evidente che stia cercando asilo politico o una qualche forma di rifugio. Si parla anche di Russia o Israele.

Con Puigdemont ci sono 5 dei suoi 11 ministri. Il vice presidente Oriol Junqueras e gli altri non sono scappati. Sembra che neppure sapessero dei piani del leader. Il presidente e il suo vice saranno chiamati a Madrid forse già in settimana per la prima deposizion­e nel procedimen­to a loro carico. Le accuse riguardano reati che prevedono fino a 30 anni di carcere. Se non si presentass­ero sarebbero automatica­mente dichiarati latitanti e scatterebb­e il mandato di cattura.

Per i ministri repubblica­ni rimasti oggi potrebbe essere più difficile andare in ufficio. Il procurator­e generale José Manuel Maza ha chiesto ai giudici di «adottare misure atte a prevenire che gli indagati svolgano ancora funzioni pubbliche». La struttura di polizia e amministra­tiva, per il momento, sembra obbedire agli ordini di Madrid. Le ultime speranza di resuscitar­e la Repubblica sono affidate alle elezioni locali convocate da Madrid il 21 dicembre. Il partito di Junqueras ha deciso di presentars­i come quello di Puigdemont. Incerto il gruppo anti capitalist­a. Contro avranno tutti gli altri. L’elettorato resta spaccato: metà per la Repubblica, metà per la Spagna.

 ??  ?? Sotto controllo Agenti della polizia di guardia all’esterno del Palau de la Generalita­t, nel centro di Barcellona (Getty Images)
Sotto controllo Agenti della polizia di guardia all’esterno del Palau de la Generalita­t, nel centro di Barcellona (Getty Images)
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Su Instagram Puigdemont posta uno scorcio della Generalita­t
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Al lavoro L’ex consiglier­e catalano Josep Rull nel suo ufficio

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