Corriere della Sera

Un ex banchiere per guidare la Fed Powell prenderà il posto di Yellen

Nominato da Obama nel board dei governator­i, repubblica­no. Esperto di mercati

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

Il prossimo presidente della Federal Reserve dovrebbe essere Jerome Powell, copia in chiave repubblica­na di Janet Yellen. Donald Trump annuncerà la scelta giovedì 2 novembre, prima di partire per il lungo viaggio nel Sud-est asiatico. Le indiscrezi­oni dei media americani confermano le voci che da qualche giorno circolano a Washington. Il leader della Casa Bianca aveva fornito una traccia precisa già la settimana scorsa, mercoledì 25 ottobre: «Mi piace Yellen, insieme stiamo facendo molto bene, ma è anche piacevole lasciare il proprio segno e questo gioca contro di lei».

Trump, dunque, vuole cambiare, rompendo una tradizione consolidat­a: il nuovo arrivato nello Studio Ovale di solito conferma il vertice della Fed. A partire da febbraio, allora, la guida della Banca centrale americana dovrebbe passare al Sarebbe scaduta il 2 novembre, è stata prorogata fino a fine aprile. Alitalia ha siglato un accordo con i sindacati per il mantenimen­to della cassa integrazio­ne straordina­ria per 1.600 dipendenti. Gli interessat­i sono 100 comandanti, 90 primi ufficiali, 380 assistenti di volo e 1.030 addetti di terra,di cui 320 a zero ore . Il proseguime­nto degli ammortizza­tori è necessario per la fase di transizion­e legata a doppio filo alla continuazi­one della gestione commissari­ale. Ieri il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, in visita di Stato in India, ha manifestat­o fiducia sul fatto che la compagnia aerea possa essere valorizzat­a: «Ci aspettiamo diverse offerte importanti — ha detto il sessantaqu­attrenne Powell, che fa già parte del board dei governator­i Fed. Ex finanziere, ex partner del fondo Carlyle Group, Jerome, «Jay» per gli amici, è anche un prodotto tipico dell’establishm­ent di Washington, città dove è nato e si è formato: frequenta i «think tank», coltiva rapporti politici bipartisan. Salvo che per un dettaglio, fondamenta­le per «The Donald»: è un elettore repubblica­no dichiarato in una metropoli largamente democratic­a.

Trump, dunque, avrebbe scartato l’altro contendent­e rimasto in gara, dopo settimane di colloqui e selezione: l’economista di Stanford, John Taylor, uno dei critici più radicali dell’attuale politica monetaria. Il presidente, spalleggia­to dal ministro del Tesoro, Steven Mnuchin, vuole che la Fed continui il più possibile con una linea «accomodant­e», manovrando con gradualità il rialzo dei tassi di interesse. In sostanza è la dottrina Yellen, invisa a Taylor che chiede una stretta del costo del denaro e, invece, condivisa da Powell. Ma c’è di più. «Jay» è pronto ad assecondar­e la deregulati­on dei mercati progettata dallo stesso Mnuchin e sponsorizz­ata da Wall Street. In più occasioni Yellen si è dichiarata contraria allo smantellam­ento delle garanzie introdotte da Barack Obama, dopo la grande crisi del 2008. Tassi moderati, meno regole, fedeltà repubblica­na: il candidato Powell è pronto per la nomina, che dovrà poi essere ratificata dal Senato.

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