Corriere della Sera

«Bisogna fermare l’immigrazio­ne Chi sceglie i 5 Stelle non ragiona»

Berlusconi, bagno di folla a Palermo. «Con Lega-FdI intesa sui ministri». Gelo di Salvini

- di Dino Martirano

PALERMO «Siete bellissimi, ma io sarò sempre il più giovane...». Affacciato dal ballatoio della caffetteri­a «Spinnato», Silvio Berlusconi si concede ai simpatizza­nti e ai curiosi che, poi, lo attenderan­no per un’ora mentre lui si intrattien­e per un aperitivo rinforzato (tè ma anche prosecco, tramezzini, caponata e panelle) con il candidato governator­e Nello Musumeci. Nella bolgia si distinguon­o Francesca Pascale di bianco vestita, Vittorio Sgarbi (assessore alla Cultura in pectore) e Gaetano Armao che avrebbe la delega all’Economia, i senatori D’Alì e Scilipoti. Al bancone, Gianfranco Miccichè, il regista dell’operazione, se la gode sorseggian­do una birra lontano dalla ressa.

Dopo la merenda — che evita al Cavaliere un’altra cena con i big locali — telecamere di nuovo scatenate in via Principe di Belmonte dove il leader di Forza Italia stringe mani e risponde ai cronisti: «Indagini sulle stragi di mafia? Non voglio fare commenti a riguardo».

La passeggiat­a Berlusconi la fa dopo aver tenuto un comizio di 70 minuti al Teatro Politeama in cui parla anche della squadra di governo nazionale in caso di vittoria alle Politiche: «Tre ministri noi, tre la Lega del signor Salvini e due a Fratelli d’Italia della signora Meloni». Da Catania — dove i tre leader oggi parleranno separatame­nte per poi cenare insieme — Salvini risponde con freddezza: «È meglio che Berlusconi non parli di ministri». E lui di rimando: «Veramente ho parlato solo di numeri».

Oggi, dunque, il centrodest­ra si presenta in ordine sparso: «Dobbiamo colpire separati per vincere», azzardano dallo staff di Forza Italia sorvolando sul fatto che il Cavaliere, tutto proteso verso l’Europa e favorevole a un «nuovo Piano Marshall da 2.000 miliardi per aiutare i Paesi da cui partono gli immigrati», vuole evitare una photo opportunit­y sul palco con Salvini e la Meloni.

Il canovaccio del discorso di Berlusconi è quello già ascoltato a Fiuggi e a Ischia: tasse più basse, «immigrazio­ne da fermare», impegno contro l’astensioni­smo, attacco frontale ai grillini, Pd, Renzi e governo ignorati, un passaggio (senza applauso) sulla lotta alla mafia. Ma qui a Palermo il contesto è diverso: «Questa è la Forza Italia che non ti tradirà mai», spara Gianfranco Miccichè. E poi a scaldare la platea

Gli impresenta­bili? Siamo in democrazia e ci sono le preferenze Se i candidati non vi piacciono non votateli Via la tassa sulla prima casa e il bollo sulla prima auto Le pensioni minime devono salire a mille euro

ci pensa lui, il Cavaliere, che punta i Cinque stelle: «Vogliono la patrimonia­le, sono pauperisti e giustizial­isti... Dunque, chi vota per il M5S è una persona che non ragiona, che non ha a cuore gli interessi dei figli e dei nipoti». Luigi Di Maio (M5S) non gradisce: «Sta offendendo dieci milioni di elettori del Movimento».

Berlusconi è un maestro quando ricorda agli elettori di tenere un occhio al portafogli­o. È così via la tassa sulla prima casa e il bollo sulla prima auto; mentre le «pensioni minime devono salire a 1.000 euro» ed «Equitalia deve chiudere». Poi un affondo sui cambi di casacca dei parlamenta­ri: «Se non sei più d’accordo con il tuo partito ti devi dimettere, ci deve essere un vincolo di mandato...».

Ad ascoltare Berlusconi — oltre ai parlamenta­ri Schifani, Giammanco, Giacomoni, Polverini — ci sono anche Francanton­io Genovese (ex Pd, condannato a 11 anni in primo grado, passato a FI) e suo figlio Luigi (studente di Giurisprud­enza alla Luiss) ora candidato in Sicilia: «Se sono candidabil­e, sono presentabi­le», chiarisce Genovese jr. Berlusconi dal palco non evita l’argomento impresenta­bili: «Il problema non esiste. Ci sono le preferenze: se non vi piacciono, non li votate ».

Musumeci — ex missino della destra legalitari­a che nel ’94 fu votato «anche dai comunisti» alla Provincia di Catania — dirà poi al Cavaliere brindando da «Spinnato»: «E meno male che su 300 candidati buoni io ho acceso un faro su questi quattro “scassapagl­iari”...».

Serve il vincolo di mandato, basta cambi di casacca Chi lascia un gruppo deve lasciare il Parlamento

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Sul palco Silvio Berlusconi, 81anni, ieri al Politeama di Palermo con (da sinistra) Vittorio Sgarbi, 65 anni, il candidato presidente Nello Musumeci (62) e Gaetano Armao (55)

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