In Piazza Affari 606 milioni a consiglieri e sindaci Le donne guadagnano la metà
Consiglieri, direttori generali e sindaci delle società italiane quotate in Piazza Affari hanno incassato nel 2016 compensi pari complessivamente a 606,6 milioni, 344 dei quali come quota fissa, il resto suddiviso fra le varie componenti variabili (204 milioni di equity, cash, benefit e altro) e i 58,6 milioni assegnati dalle società in circostanze di inizio o cessazione carica. Le cifre sono riportate nel primo rapporto «Caratteristiche dei board delle società quotate con sede in Italia», realizzato dall’Area studi Mediobanca.
I dati riguardano la campagna remunerazioni 2016 di 224 imprese fra le quali, come si capisce dal titolo dell’analisi, non sono incluse Exor-Fca e Ferrari che hanno sede all’estero e Pirelli perché era ancora delistata. In totale le informazioni riguardano 3.339 soggetti, una parte dei quali con cariche ricoperte per una frazione d’anno: il tasso di turnover è pari al 14%.
Nella fotografia relativa ai compensi medi totali (dai quali sono state escluse le componenti per inizio o cessazione carica) il campo d’osservazione riguarda le 2.394 posizioni ricoperte per l’intero anno. I consiglieri delegati hanno incassato nel 2016 in media 831 mila euro, con una mediana (cioè il compenso che sta esattamente a metà fra quelli più alto e più basso) a 429 mila euro e un massimo che raggiunge 8,42 milioni. La quota fissa pesa in media per il 68% mentre per gli amministratori delegati scende al 56%.
Fra consiglieri e sindaci le donne occupano il 31% delle cariche, tuttavia la situazione appare ben differente in relazione a ruoli e compensi. La posizione di amministratore delegato è ricoperta nell’88,8% dei casi da uomini e nell’11,2% da donne; alla presidenza il 90,2% sono uomini. Guardando poi alle remunerazioni (totale di fisso e variabile) se in media il consigliere delegato uomo incassa 899 mila euro, quando ceo è donna il compenso scende a 439 mila euro. E un consigliere uomo incassa 82.700 euro mentre donna 61.200.
Ci sono poi variazioni significative nelle remunerazioni che dipendono dal settore e dalle dimensioni dell’impresa. Contrariamente a quanto spesso si pensa, i più pagati non sono i vertici degli istituti di credito: i ceo bancari hanno incassato in media 1,6 milioni (con un massimo di 4,6), mentre quelli assicurativi 3,4 milioni (con un picco di 6,8) e gli industriali 994 mila euro (con il record a 8,42 milioni). Tornando al listino nel suo complesso,la capitalizzazione influenza
Lavoro per 247 anni In un caso verificato da Mediobanca, a un dipendente occorrono 247,3 anni di lavoro per guadagnare quanto il suo ceo in 12 mesi
il compenso del capo azienda: fino a 100 milioni di valore in Borsa la remunerazione è compresa fra 200 e 400 mila euro; oltre i 2,5 miliardi di capitalizzazione oscilla fra 800 mila e 1,2 milioni di euro.
L’analisi dell’Area studi Mediobanca si concentra poi sul rapporto fra compensi dell’amministratore delegato o presidente e costo medio del lavoro. In generale nelle società quotate italiane l’ad incassa in media 18,7 volte lo stipendio di un dipendente, rapporto che si abbassa a 7,2 prendendo in considerazione il valore mediano. In un caso però a un dipendente occorrono 247,3 anni per guadagnare quanto il suo ceo in 12 mesi. Per il presidente il rapporto medio è pari a 9,1 volte con un picco massimo pari a 78,1 volte. Il ratio cambia anche in questo caso in relazione alla capitalizzazione dell’impresa: sopra i 3 miliardi il compenso del consigliere delegato è pari in media a 42,4 volte il costo del lavoro (il valore mediano è 21,2 volte) con un massimo a 154,5 volte; sopra i 13 miliardi di valore a un dipendente sono necessari in media oltre 60 anni per incassare quanto il proprio capo-azienda.
La dimensione media dei cda è pari a 10 unità. E a fine 2016 l’età media dei soggetti che siedono negli organi di amministrazione e controllo (consigli e collegi sindacali) è pari a 57,3 anni (una curiosità significativa: l’età media dei senatori è 58,45 anni) con il soggetto più giovane che ha 25 anni e il più anziano 92. Il 38% dei componenti in carica è compreso fra 50 e 60 anni. Più anziano in media è il presidente del cda con 63,4 anni, mentre il ceo è il più giovane: «solo» 54 anni.