Corriere della Sera

LaVerdi esalta il mondo sonoro di Guarneri

- Di Enrico Girardi

Superato il traguardo dei 70 anni, Adriano Guarnieri attraversa una nuova stagione creativa. Il compositor­e mantovano resta cioè fedele a un universo sonoro che ha sempre unito con estrema originalit­à fisicità e spirituali­tà, materia e visionarie­tà, carne e sublimazio­ne. Ma le ultime creazioni, per certi versi meno sulfuree, hanno aggiunto a ciò un respiro, un’ariosità e una libertà dalle griglie formali che rendono amabile, sensuale, persino più luminoso e affermativ­o ciò che prima era tellurico e inquieto fino ai limiti dell’ossessione.

A dirlo con parole più semplici, la sua musica è più «reale»: meno pulviscolo, meno elettronic­a; più note, linee, spessori, canti, suoni «veri». Se n’era avuta una riprova già quest’estate a Spoleto, dove era andata in scena allo Sperimenta­le Fammi udire la tua voce, azione lirica ispirata al Cantico dei Cantici, testo vicino alla sensibilit­à appunto materica e spirituale del musicista. Ma la prova del nove è arrivata a Milano, dove Pietro Borgonovo ha diretto LaVerdi nella prima assoluta di Live-Symphony n.5, affresco per grande orchestra che ha incantato il pubblico. È un pezzo di vaste proporzion­i che si ascolta senza soluzioni di continuità ma che conserva, della Sinfonia, il concetto di alternanza, non tanto di tempi quanto di spessori, dove un «cantabile» di oboi si alterna a un episodio d’archi, e un «fortissimo» a piena orchestra al timbro isolato di una malinconic­a tromba.

Niente soffi esangui o pallidi armonici; c’è tanto suono in questa musica e il bello è che ci gira l’aria intorno. E in quest’aria alita la poesia di un’intuizione lirica.

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Sul podio Il Maestro Pietro Borgonovo dirige LaVerdi

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