Centrodestra, comizi divisi Poi viene rinviata per ore la cena unitaria a Catania
Berlusconi: casinò a Taormina e niente tasse per chi torna dall’estero
Sono in disaccordo sul ponte sullo Stretto ma anche sulla «demonizzazione» del M5S. Non hanno ancora preso le misure sull’assetto di un possibile governo nazionale del centrodestra e ora, a 48 ore dalle elezioni in Sicilia, si punzecchiano ancora sugli «impresentabili». Detto tutto questo — in tre comizi di chiusura separati e quasi contemporanei — Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni alla fine si sarebbero dovuti ritrovare a cena alle otto di sera. Lo trattoria scelta è il Cavaliere, nel cuore di Catania, e questo avrebbe dovuto convincere il leader di Forza Italia ad accomodarsi in un locale popolare ma accogliente, decisamente al di sotto dei suoi standard. Invece il segretario della Lega annuncia il suo ritardo («Vado solo per un caffè » ) perché qualcuno gli spiffera che la cena è allargata a quelli che, pur suoi alleati, ritiene «impresentabili » . A questo punto Berlusconi si attarda in albergo a guardare se stesso in tv a L’intervista di Maurizio Costanzo. Tra i due scatta una gara per chi si siederà per ultimo al tavolino. E la cena diventa un dopocena.
Avrebbe dovuto essere un incontro ristretto ma poi le sale prenotate da Salvo Pogliese, padrone di casa di Forza Italia a Catania, sono diventate due: oltre ai tre leder e al candidato governatore Nello Musumeci sono entrati Lorenzo Cesa (che porta lo scudo crociato nell’alleanza) e una schiera di luogotenenti locali compresi i palermitani guidati da Gianfranco Micciché. Salvini, storcendo il naso, si è organizzato una cena con i suoi annunciando che si sarebbe presentato per il caffé. Ma alle 22.30 il segretario della Lega era ancora in giro per Catania: «Cosa dirò a Berlusconi? Andrò ad abbracciarlo con questa camicia sudata dopo una settimana di giro elettorale Silvio Berlusconi Matteo Salvini per la Sicilia».
Al comizio alla Ciminiere, Berlusconi ha chiesto «una preghiera a Sant’Agata», patrona della città, dopo aver scatenato ovazioni promettendo «un casinò a Taormina», il ponte sullo Stretto, un «piano Marshall per la Sicilia di 4-5 miliardi » , « biglietti aerei scontati per i siciliani che vanno in continente e niente imposte per quelli che tornano dall’estero a vivere nell’isola». Poi è scattato l’invito a cena: «Stasera alla cena con il signor Salvini e la signora Meloni proporrò che i ministri politici del nostro governo siano una minoranza». Però la leader di Fratelli d’Italia ha ripetuto ai suoi banchetti: «Con Berlusconi non si è parlato di governi e ministri, abbiamo discusso di programmi in modo molto veloce e ormai molto tempo fa». Nel comizio a piazza Bellini, Salvini, che ha dubbi sul ponte («non una priorità»), ha chiesto chiarimenti su pensioni, Europa, immigrazione. E ha aggiunto: «Il bello della democrazia è che gli italiani quando votano scelgono loro il governo del Paese. E io mi sento pronto».
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