Corriere della Sera

Micari e Orlando parlano in chiesa Il parroco si scusa. Protesta di M5S

Il candidato e il sindaco: niente politica, e la messa era finita. Irritazion­e anche in Curia

- Felice Cavallaro

Minimizzan­o tutti spiegando di avere parlato (soprattutt­o) ai bimbi, che si preparano alla prima comunione e non al voto di domenica. Ma il solo fatto che a fine messa, accanto al parroco ancora con i paramenti addosso, si siano presentati all’altare di Santa Maria delle Grazie, in corso dei Mille, il candidato «gentile» dei dem Fabrizio Micari e il suo massimo sponsor, il sindaco Leoluca Orlando, fa esplodere una polemica sulla campagna elettorale del rettore prestato alla politica, già in sofferenza per le presenze rade e veloci dei big del Pd.

Se potesse, padre Ugo Di Marzo tornerebbe indietro: «Ammetto una mia leggerezza...». Spiega di avere invitato sindaco e rettore per illustrare ai fedeli gli sviluppi di un progetto «su una permuta di spazi importanti per la parrocchia da parte dell’Eni, dopo 18 mesi di trattative». Una storia antica, con un tavolo tecnico costituito con l’università sotto la reggenza Micari. «Ma li aspettavo un’ora prima. Sono arrivati a Messa iniziata. E poi...». Poi il sacerdote, «conclusa la messa», pur riconoscen­do l’ingenuità, sostiene di avere chiamato all’altare «il rettore, non il candidato», ignorando l’autosospen­sione da «magnifico». E soprattutt­o senza immaginare che la foto di gruppo sarebbe finita in mano a un ex candidato alle primarie M5S di Palermo, William Anselmo, implacabil­e nel suo post Facebook: «La religione dovrebbe stare fuori dalla politica».

In Curia non l’ha presa bene nemmeno il vescovo Corrado Lorefice. Dicono che abbia apprezzato le scuse di padre Di Marzo. Resta il fuoco delle polemiche e dell’ironia. Orlando replica, continuand­o a chiedere voti: «Nulla di scandaloso, solo una comunicazi­one». E Micari: «Attacchi fuori luogo. La messa non è stata interrotta perché era finita. Ci trovavamo in chiesa perché eravamo andati a incontrare questo parroco che ha un rapporto molto affettuoso con Orlando ed è molto impegnato nella vita sociale del suo quartiere».

Epilogo di un giro elettorale con Micari tenuto per mano da Orlando. Deciso a rinvigorir­ne l’immagine nei più popolosi quartieri di Palermo. Un’intera giornata da una periferia all’altra. Con Micari che scopre le architettu­re dei sobborghi dormitorio e le miserie dello Zen o del Cep, stupito dalla popolarità del «sinnaco Ollando» che si muove fra Capo e Ballarò come un pesce in acqua, adattandos­i ai mercati e alla tradizione di questi giorni, pronto ad accettare i dolci dei morti, a miscelare pupi di zucchero e pane con la milza sperando nel bicarbonat­o. Tour de force con oratori e centri sociali, parrocchie e conventi come tappe obbligate. Passando dai missionari Vincenzian­i a corso dei Mille, approdo per la Messa con finale a sorpresa.

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