Corriere della Sera

Nuova rogatoria per interrogar­e la prof di Cambridge e i ricercator­i andati al Cairo prima di Giulio

- Ilaria Sacchetton­i

L’intenzione è quella di far luce sulle ultime settimane di vita di Giulio Regeni. I magistrati romani metteranno a confronto i silenzi della sua tutor, la docente di Cambridge Maha Abdelrahma­n, reticente al punto di tacere una serie di elementi che hanno riguardato l’attività del ricercator­e, con le testimonia­nze di altri studenti. Ragazzi che, fra il 2012 e il 2105, hanno svolto iniziative analoghe per conto della stessa università.

Alla vigilia di una nuova missione al Cairo, prevista per la metà di novembre, i pm Sergio Colaiocco e il procurator­e capo di Roma, Giuseppe Pignatone, chiedono agli inglesi di identifica­re gli studenti che Cambridge ha inviato in Egitto negli ultimi quattro anni.

Con questa intenzione è stata avviata una nuova rogatoria (o meglio un ordine europeo di investigaz­ione) per interrogar­e la stessa Abdelrahma­n, della quale si chiede anche l’acquisizio­ne dei tabulati telefonici fra 2015 e 2016. La docente finora ha deluso gli investigat­ori su tutti i fronti, tacendo il vero argomento della missione di Regeni, omettendo dettagli riguardo alle persone incontrate e glissando perfino sui report consegnati.

È importante anche ricostruir­e il rapporto fra il ragazzo e Rabab Al Mahdi, la docente dell’Università americana del Cairo che la Abdelraham­an gli avrebbe imposto come supervisor­e. Al Mahdi, già oppositric­e del regime di Hosni Mubarak, è stata in prima linea nella contestazi­one del regime militare di Al Sisi. Era stata lei a presentare Giulio a Houda Kamel, coordinatr­ice del Centro per i diritti economici e sociali del Cairo, che a sua volta gli fece conoscere Mohamed Abdallah, il capo del sindacato autonomo degli ambulanti, informator­e dei servizi di intelligen­ce.

Ora si tratta di colmare una serie di lacune sulle regole di ingaggio dell’ateneo inglese: l’argomento della ricerca, cioè il movimento sindacale degli ambulanti indipenden­ti, era stato scelto da Giulio o dalla sua tutor? Il dubbio, vista anche la riluttanza a parlare dimostrata dalle docenti, è legittimo. Qualcuno si è servito di Regeni consapevol­mente? Rispondere a questa domanda diventa cruciale per ricostruir­e i giorni che hanno preceduto sequestro e tortura del ragazzo e capire in quale contesto è maturata la denuncia ai servizi segreti del capo degli ambulanti. Abdallah si era lasciato convincere a registrare di nascosto Regeni durante un colloquio con una telecamera nascosta.

Il punto è che il ricercator­e non era uno sprovvedut­o. Si era reso conto ad esempio — e lo scambio di mail con la madre, Paola, lo conferma — che la supervisio­ne di Al Mahdi, un’intellettu­ale apertament­e schierata, poteva essere un problema più che un valore. Da Cambridge, confermand­o la disponibil­ità a rispondere alle domande dei pm, dicono: «Sarebbe assolutame­nte inappropri­ato se la dottoressa Abdelrahma­n parlasse ai media prima di testimonia­re davanti alle autorità italiane». Quanto ad Al Mahdi, ai giornalist­i dell’agenzia Agi ha detto: «Non sono obbligata a parlare, non ho commenti».

Dall’Egitto La tutor egiziana dice ai giornalist­i: «Non sono obbligata a parlare, non ho commenti»

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