Corriere della Sera

Il terrorista e le prove con il furgone Trump: «Merita la pena di morte»

Le indagini si concentran­o sulla cittadina di Paterson. Identifica­te le ultime vittime della strage

- DAL NOSTRO INVIATO G. Sar.

Non basta la prigione di Guantanamo: ci vuole la pena di morte per Sayfullo Saipov, lo stragista di Manhattan. Donald Trump accompagna su Twitter gli sviluppi dell’inchiesta: «Il terrorista era felice, visto che ha chiesto di appendere una bandiera dell’Isis nella sua stanza d’ospedale. Ha ucciso otto persone e ferito gravemente dodici. Dovrebbe avere la pena di morte». In un altro flash, il presidente corregge quanto aveva detto due giorni fa: «Mi piacerebbe mandarlo a Guantanamo, ma statistica­mente il processo richiede molto più tempo rispetto a quello del sistema federale…». Invece: «Bisogna fare presto».

Trump, infine, fa appello al Congresso «per abolire la lotteria dei visti». «Diversity Visa Lottery» è il piano che sorteggia circa 50 mila permessi di soggiorno permanenti, le «Green Card», tra le domande provenient­i da Stati con modesti tassi di immigrazio­ne verso gli Usa. «Presenta vulnerabil­ità significat­ive — annota Trump su Twitter — mentre noi abbiamo bisogno di un sistema di immigrazio­ne basato sulla sicurezza».

Intanto l’Fbi continua le indagini. L’epicentro è Paterson, la cittadina del New Jersey dove Saipov viveva con la moglie e tre bambini. Gli agenti federali hanno fermato e interrogat­o un conoscente del killer, Mukhammadz­oir Kadirov, ma senza arrestarlo. È anche lui uzbeko e musulmano. Il giovane ieri ha rilasciato una dichiarazi­one scritta all’agenzia Ap: «Ciò che è successo è così triste e incredibil­e. Ma questa non è la nostra religione. Questo non è accettabil­e. Noi musulmani rifiutiamo completame­nte questo tipo di azioni. Nessun essere umano dovrebbe avere un cuore capace di fare una cosa del genere».

Una fonte investigat­iva fa sapere che Saipov non aveva molti amici. Ma si continua a scavare nei suoi contatti. Pochi giorni prima era stato visto aggirarsi nel quartiere con un furgone preso a noleggio simile a quello utilizzato nel giorno della strage. «Aveva un atteggiame­nto strano, andava avanti e indietro con quel pick up», ha riferito alla Cnn un ragazzo che abita nello stesso quartiere.

L’inchiesta, dunque, continua a oscillare tra due schemi: attacco di «un lupo solitario» o l’azione organizzat­a da una micro cellula o da una rete rudimental­e. Qualche traccia potrebbe venire dai video recuperati nel cellulare di Saipov: seq u e n z e cruente di decapitazi­oni, materiale di propaganda del Califfato.

La polizia, intanto, ha fornito l’elenco finale delle vittime, travolte dal furgone lanciato a tutta velocità sulla pista ciclabile che scorre lungo il fiume Hudson, a Manhattan. Gli ultimi corpi identifica­ti sono quelli di Darren Drake, 32 anni, di New Milford, New Jersey e di Nicholas Cleves, 23 anni, originario di Boston, viveva a New York con la madre: si spostava sempre e solo con la sua bici. Gli altri erano turisti. La cittadina belga Ann-Laure Decadt, 32 anni. E il gruppo dei quasi cinquanten­ni argentini, in vacanza per festeggiar­e il trentesimo anniversar­io della maturità. Erano in dieci, cinque sono allineati nell’obitorio del Bellevue Hospital: Diego Angelini,

Le due piste L’inchiesta oscilla ancora tra l’attacco di un lupo solitario e l’esistenza di una micro cellula Il cellulare Saipov non aveva molti amici. Si spera in tracce dai video recuperati dal suo cellulare

Ariel Erij, Hernan Ferrucchi, Hernan Mendoza, Alejandro Pagnucco. Quasi tutti i familiari sono arrivati l’altro ieri. A breve le salme saranno rimpatriat­e nella loro città, a Rosario.

New York sembra già tornata alla normalità: solo qualche bandiera a mezz’asta, solito traffico infernale sulle avenue principali. Nessuno ha pensato neanche per un momento di rinviare la grande maratona di domenica prossima. Le misure di sicurezza verranno rafforzate. Ma nella Grande Mela si correrà.

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(Ap) All’ombra della Torre Un’auto della polizia all’incrocio tra Houston e West. Sullo sfondo, la Freedom Tower. Le otto vittime di Saipov sono state travolte sulla pista ciclabile accanto al memoriale delle Torri Gemelle
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L’architetto Daniel Libeskind, 71 anni, è polacco naturalizz­ato statuniten­se

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