La danza sportiva alla sbarra
Combine, corvi e intimidazioni Il Coni accusa: azzerare i vertici
altro da selezionatori inappellabili.
La Fids è già finita nei guai in passato. Le vicende di Danzopoli 1 (era il 2010), una clamorosa serie di combine nella designazione dei vincitori dei concorsi più importanti, por- tarono alla radiazione dei vertici e al commissariamento federale. Sette anni dopo tutto si ripete.
Alla fine del 2016 le nuove elezioni federali sono state annullate: invece di votare a scrutino segreto (secondo le inderogabili norme del Coni, che elargisce alla Fids 750 mila euro l’anno per la sua attività, pure non olimpica) il presidente venne acclamato dai consiglieri, roba che nemmeno in un talent. Altro commissariamento, altro presidente: vince Michele Barbone che come primo atto dispone un’amnistia tombale per i tesserati — recidivi compresi — col nobile scopo di «riconciliare tutte le componenti e rilanciare definitivamente tutto il movimento».
Per la Procura Generale del Coni, che ha scavato nel muro di omertà e timori tra giudici e maestri di danza, riconciliazione è restaurazione del vecchio sistema. Barbone, è l’accusa, sarebbe una sorta di prestanome dell’ex presidente radiato Ferruccio Galvagno, che con una lunga serie di riunioni segrete avrebbe ripreso il controllo della federazione. A documentare i casi sono dei «pentiti», tra cui il dirigente uscente Christian Zamblera, che chiede il patteggiamento consegnando ai magistrati sportivi le prove della combine: ore e ore di registrazioni, a dire dei magistrati inequivocabili.
La Procura Generale, premettendo che «definire illecita la situazione della danza è riduttivo», prima intima di mandare a processo tutto il Consiglio Federale e poi si sostituisce al procuratore federa- In pista I passi di una coppia di ballerini durante una competizione di danza le, inerte, chiedendo lunghe squalifiche (da due a cinque anni) per l’attuale presidente e dodici dirigenti. Ma il tribunale interno, che di processare i propri dirigenti non se la sente, tira fuori un asso dalla manica: dichiara «incompetente» la Procura Federale, l’organismo super partes voluto dal presidente del Coni Giovanni Malagò per evitare che i panni sporchi le federazioni se li lavino in casa.
Se martedì prossimo l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, presidente del Collegio di Garanzia , non troverà ragioni giuridiche sufficienti per smontare la decisione autoassolutoria del tribunale della danza, tutto il processo di rinnovamento della giustizia sportiva potrebbe entrare in crisi.