Corriere della Sera

LA RICETTA DEI LIBRAI CHE RESISTONO

- Risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

ho scoperto con estrema tristezza che la Libreria dei Sette sarà costretta a chiudere i battenti dopo Natale. L’appello di Susanna Tamaro a sostegno della piccola libreria deve farci riflettere su un fenomeno che riguarda centinaia di strutture nel nostro Paese, preziosi punti di incontro, scambio e alfabetizz­azione. Come possiamo combattere questo fenomeno e non assistere, passivamen­te, a quella che è una sconfitta per il nostro Paese e per la tradizione umanistica che ci fa conoscere nel mondo? Lia Guizzi

Roma

Cara Lia,

Il bell’intervento di Susanna Tamaro ha avuto molti riscontri dai lettori del Corriere. In effetti quando chiude una piccola libreria, chiude un pezzo di mondo, un luogo di incontro. Le grandi librerie di catena sono universi fantastici dove si può leggere di tutto, bere, mangiare, ascoltare musica. Ma le librerie indipenden­ti, soprattutt­o nei piccoli centri, sono l’unico aggancio — accanto alle bibliotech­e — con il mondo del libro. E non è vero che gli italiani in ogni caso non leggono. La domanda di libri si può anche coltivare. Prendiamo il NordEst, che secondo me oggi è l’area d’Italia con la più forte domanda di cultura. Ci sono piccole città come San Donà di Piave, Bassano, Castelfran­co, Este, dove la presenza di librai attivi e laboriosi ha prodotto un vasto pubblico di lettori. Ci sono invece centri con gli stessi abitanti dove però librerie non ci sono, e quindi non si legge o si legge di meno. La concorrenz­a di Amazon è durissima; e in effetti ordinare un libro online è molto comodo. Ma si deve trovare un modo per salvare il piccolo commercio, di libri e non solo; perché di questo passo pure gli outlet, dove molte librerie hanno aperto o si sono trasferite, rischieran­no di trasformar­si in deserti di periferia, mentre gli italiani si chiudono in casa a navigare in rete e fare shopping compulsivo davanti al tablet o allo smartphone. Vuoi mettere il contatto umano con il libraio a cui chiedere: «Cosa c’è da leggere?». Grazie quindi a Susanna Tamaro, anche a nome di tanti lettori; e ovviamente grazie ai librai che resistono.

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