La mossa di Trump sulle tasse: «Entro Natale un gigantesco taglio»
Depositata alla Camera la riforma fiscale. Per le aziende il prelievo scende al 20%
Grossi vantaggi per le imprese che vedono calare la loro imposta dal 35 al 20% mentre i gruppi che hanno accumulato profitti all’estero (come gli oltre 200 miliardi di dollari di Apple), possono rimpatriarli pagando un tributo del 12% in otto anni. Vantaggi per una parte del ceto medio le cui aliquote sul reddito caleranno, ma che dovrà rinunciare ad alcune detrazioni fiscali. Guai per il settore immobiliare a causa del dimezzamento (da un milione a 500 mila dollari) della detrazione massima per i mutui-casa. Buone notizie anche per i ricchi: l’aliquota massima non cala, ma scompare la (da loro odiata) alternative minimum tax e presto verrà eliminata anche l’imposta di successione. Molti i cambiamenti dell’ultimo minuto della riforma fiscale di Donald Trump che, dopo una lunga serie di annunci e rinvii, è stata formalizzata ieri in Congresso. Un manovra da 1.500 miliardi di dollari in dieci anni. Se passerà sarà la più importante riforma delle tasse degli ultimi 30 anni: diventerà, con ogni probabilità, il marchio storico del primo mandato di Trump. Il «se» è d’obbligo perché i gruppi che rappresentano i vari interessi economici sono decisi a ottenere modifiche più o meno radicali. Un testo messo a punto da legislatori repubblicani che, tirati da tutte le parti, hanno deciso di tenere le ultime riunioni in un luogo segreto. Trump è deciso ad avere la legge approvata entro Natale: in vigore già nel 2018. E’ difficile ma non impossibile perché per farla passare basterà la maggioranza semplice anche al Senato e perché, pur con molti mal di pancia, i repubblicani potrebbero essere costretti a mettersi in riga.