Il Fondo ammortamento dei titoli di Stato? È quasi esaurito
Ci sono cose che dimostrano come i tempi cambiano. Il Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato, nato nel 1993 con la prima grande stagione delle privatizzazioni, iniziata con la cessione di Credit e Comit, ha fatto sapere ieri che si è «quasi integralmente» esaurito. Restano pochi spiccioli, dunque in cassa. L’ultimo atto è stato il rimborso di un Btp scaduto, per un controvalore di 599 milioni. Lo scopo del fondo, alla sua nascita. era quello di contribuire alla riduzione del debito pubblico. Da un lato lo Stato cedeva le sue partecipazioni, dall’altro riacquistava sul mercato i titoli di debito emessi (Btp, Bot, Cct) e in questo modo la fatidica soglia del rapporto debito/Pil poteva calare. Per un breve periodo è scesa anche sotto la soglia del 100% (mentre ora viaggia intorno al 132%). A una condizione, però, che il Fondo venisse alimentato. Secondo la norma al fondo possono arrivare le risorse dalle dismissioni, dal gettito di entrate straordinarie, vendita di beni confiscati in relazione a somme sottratte illecitamente allo Stato. Donazioni. Testamenti. Nell’ultima relazione del 2016 si legge che il contributo più rilevante è arrivato dalla cessione della quota dell’Enav (Ente nazionale di assistenza al volo) sono arrivati 753 milioni di euro. Mentre c’è stato un cittadino che ha donato alla causa per la riduzione del debito pubblico 87.103 euro.