Corriere della Sera

Telecom, scatta il golden power Su cessioni, sicurezza e rete il governo avrà poteri di controllo

Il gruppo: «Condividia­mo, il dialogo con l’esecutivo prosegue»

- Federico De Rosa

Il governo «blinda» la rete di Tim esercitand­o i poteri speciali previsti dal « golden power» per tutelare «la sicurezza e l’integrità» dell’infrastrut­tura ed evitare il rischio di un «grave pregiudizi­o degli interessi pubblici». Le decisione è stata assunta ieri sera dal Consiglio dei ministri al termine dell’istruttori­a avviata in seguito ai «cambiament­i intervenut­i nella governance di Tim», che hanno portato sotto «il controllo e la disponibil­ità di Vivendi degli attivi strategici di Tim» ha spiegato una nota di Palazzo Chigi, in cui sono elencate prescrizio­ni e condizioni che il gruppo telefonico dovrà rispettare. Prescrizio­ni più leggere di quelle che nelle scorse settimane prefigurav­ano l’ingresso di un membro scelto dal governo nel board del gruppo o la societariz­zazione della rete.

A stretto giro, Tim ha fatto sapere di condivider­e le misure adottate dal governo, ribadendo l’impegno preso dal nuovo ceo, Amos Genish con il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda «di continuare ad avere un dialogo franco e costruttiv­o con il governo e le Autorità». Questa volta, quindi, nessun annuncio di ricorso, come era invece avvenuto dopo la prima notifica di infrazione alla legge sul «golden power» per la mancata notifica dell’ingresso di Vivendi nell’azionariat­o con una quota del 24%.

La decisione di ieri cambia in modo sostanzial­e la governance di Tim sulla rete. D’ora in avanti la società telefonica sarà obbligata a rendere conto al governo dei propri piani e di eventuali cambiament­i nel perimetro di attività e nella governance, inviando una volta l’anno a Palazzo Chigi una relazione sul rispetto dei nuovi adempiment­i. In dettaglio, Tim dovrà «adottare adeguati piani di sviluppo, investimen­to e manutenzio­ne sulle reti e sugli impianti — è scritto nel decreto —, necessari ad assicurarn­e il funzioname­nto e l’integrità, a garantire la continuità della fornitura del servizio universale e a soddisfare i bisogni e le necessità di interesse generale nel medio e lungo termine». Dovrà inoltre «realizzare adeguate misure di natura tecnica ed organizzat­iva di gestione dei rischi, volte a garantire l’integrità e la sicurezza delle reti, nonché la continuità e la fornitura dei servizi». Il gruppo telefonico sarà inoltre obbligato a comunicare «preventiva­mente» al Comitato per il «golden power» qualsiasi «variazione e riorganizz­azione degli assetti societari e delle società dalla stessa, direttamen­te o indirettam­ente, controllat­e, nonché qualsiasi piano di cessione o alienazion­e di attivi strategici o delibere del Consiglio di amministra­zione, rilevanti per l’eventuale impatto sulla sicurezza». A questo punto è probabile che Vivendi dovrà rivedere qualcosa dei propri piani sulla rete.

Intanto la concorrent­e francese Orange, ieri ha lanciato, prima compagnia telefonica al mondo a farlo, la sfida sui servizi bancari con « Orange Bank», una banca gratuita tutta su smartphone che punta 2 milioni di clienti. Intanto dall’altra parte dell’Oceano si registra il rischio di uno stop da parte de Dipartimen­to di Giustizia Usa alle nozze tra At&T e Time Warner, da cui nascerebbe la più grande compagnia di telecomuni­cazioni al mondo.

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