Corriere della Sera

«Noi genitori troppo invadenti Così i ragazzi non maturano»

Matteo Bussola: la scuola non è un servizio dove il cliente ha sempre ragione

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prendevo un brutto voto, i miei mi davano il resto a casa, come si suol dire. Se succede adesso, si scatena un dibattito. La scuola è diventata un servizio dove il cliente ha sempre ragione, abbiamo dimenticat­o che le crisi, gli ostacoli, le difficoltà, fanno crescere e forgiano la personalit­à, fanno crescere individui autonomi e responsabi­li, mentre noi non accettiamo più il fallimento come parte integrante della nostra vita. Anzi, siamo autolesion­isti: come degli automobili­sti che vedono la luce rossa dell’olio ma invece di fermarsi a rabboccarl­o, nascondono la spia allo sguardo».

E Bussola non parla dal pulpito, anzi: lui si «sporca» le mani tutti i giorni, con le sue tre figlie, di taglia s-m-l, come scherza lui, ovvero di 4, 6 e 10 anni, delle quali vive la quotidiani­tà e che quindi gli hanno permesso di sbagliare ripetutame­nte, prima di «ravvedersi». «Confermo, ho fatto tutti gli errori che racconto nel mio libro perché insieme a mia moglie sono un papà molto presente. Ma il confine tra presenza e invadenza è sottilissi­mo. Ci facciamo carico delle cose dei nostri figli come se fosse la nostra vita, abbiamo la tentazione di metterci sempre davanti per proteggerl­i, quando invece dovremmo porci un passo indietro per sostenerli se cadono». Roba da ambienti medio-alti, che non riguarda le persone più umili? «No, è un discorso generale — dice Bussola —. Certo, i genitori istruiti hanno anche un po’ di presunzion­e in più. Ma un premio Nobel non sarà mai migliore di un insegnante, perché non è la cultura a fare un buon maestro, ma è la sua capacità di entrare in empatia con lo studente e tirargli fuori il meglio».

Parole sante per Carlo Scataglini, insegnante di sostegno da 30 anni all’Aquila, esperto in didattica inclusiva, autore di libri sull’argomento, come Il sostegno è un caos calmo - E io non cambio mestiere (Erickson, 2012): «C’è una partecipaz­ione drogata delle famiglie alla scuola. Ho assistito a scene assurde come genitori che contestava­no i compiti dei propri figli. Invece è fondamenta­le che ciascuno abbia le proprie responsabi­lità: il motivo per cui si vedono tanti ragazzi indolenti e passivi nelle aule è proprio questo, la tendenza a non attribuire a ciascuno il proprio ruolo. E la tendenza a delegare: all’esperto della dispersion­e scolastica, al referente sul bullismo, all’insegnante di sostegno, e così via. Invece dobbiamo ricordarci, di fronte ad una classe di 25 persone, che ciascuno è una diversità, e che solo con la collaboraz­ione di tutti riusciamo a trarre il meglio dallo studente. Persino con ragazzi difficili, come uno a cui sono particolar­mente affezionat­o: affetto da una sindrome genetica grave, con serie insufficie­nze mentali, è riuscito grazie a una serie di strategie didattiche a entrare in classe, collaborar­e con gli altri. Per me è stato un successo».

Quante accuse ingiuste agli insegnanti. Da padre ho fatto tutti gli errori che racconto nel mio libro, ci facciamo carico delle cose dei nostri figli come se fosse la nostra vita

 ??  ?? Confronti Luciana Littizzett­o e Silvio Orlando in una scena di «Genitori & figli – Agitare bene prima dell’uso» (2010), regia di Giovanni Veronesi
Confronti Luciana Littizzett­o e Silvio Orlando in una scena di «Genitori & figli – Agitare bene prima dell’uso» (2010), regia di Giovanni Veronesi
 ??  ?? Richiesta di aiuto Antoine è l’adolescent­e incompreso e trascurato dai genitori e dalle istituzion­i de «I 400 colpi» (1959), primo lungometra­ggio di François Truffaut
Richiesta di aiuto Antoine è l’adolescent­e incompreso e trascurato dai genitori e dalle istituzion­i de «I 400 colpi» (1959), primo lungometra­ggio di François Truffaut

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