Corriere della Sera

Sei anni dopo a Sepang papà Simoncelli riceve il guanto di Marco

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È tornato, 6 anni dopo la morte del figlio, a Sepang in Malesia. Per ricevere quello che per lui è stato il regalo più bello. Un dono definito «assurdo e meraviglio­so». Il racconto di Paolo Simoncelli (nella foto con Rossi), papà di Marco, il pilota di MotoGp che il 23 ottobre del 2011 perse la vita in un incidente proprio sulla pista di Sepang, è di quelli che toccano il cuore e fanno riflettere sulle mille strade della passione sportiva. «In aeroporto — racconta Paolo — siamo stati avvicinati da una ragazza che ci racconta una storia. Di come si è data da fare per comprare un guanto di Marco da un commissari­o di gara, un guanto usato da lui. Tanti ragazzi ci raccontano le storie più improbabil­i di come riescono ad aggiudicar­si i cimeli dei loro idoli… solo mi sto chiedendo perché un guanto? Li vendono in coppia di solito. Poi tira fuori un guanto sinistro, aveva le mani grandi, lo riconoscia­mo subito. La abbraccio. Ce lo lascia, lo guardo, è proprio quello che mancava all’appello, il destro è già a casa. Immagino le mille peripezie di questo guanto. Sono passati sei anni. Siamo tornati qui in Malesia e ci è stato restituito il guanto che Marco perse proprio quel giorno, nella sua ultima gara... e poi dicono che non è destino. Un gesto particolar­e, assurdo e meraviglio­so, quanto l’essere di nuovo qui con una squadra corse intitolata a lui».

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