Corriere della Sera

Il Napoli grande bellezza deve evitare la grande paura

Alla sconfitta con il City si aggiunge il grave infortunio di Ghoulam Operato oggi starà fuori 4-5 mesi, la società deve correre ai ripari sul mercato

- Carlos Passerini

Il quinto gol è arrivato il mattino dopo, quando il City era ormai già lontano insieme ai tre punti e ai fantasmi di una Champions che per il Napoli somiglia in realtà ormai più a un impediment­o che a una missione, ed è stato il più duro: rottura del legamento crociato del ginocchio destro per Faouzi Ghoulam, che significa fra i quattro e i cinque mesi di riabilitaz­ione dopo l’intervento di ricostruzi­one di stamane a Roma, a Villa Stuart. Stessa clinica, stesso chirurgo (Mariani, un fuoriclass­e) e stesso arto di Arek Milik: quaranta giorni dopo ecco un’altra secchiata d’acqua gelata sui sogni scudetto, probabilme­nte quest’ultima dalle conseguenz­e tecniche ancor più gravi. Se infatti il centravant­i polacco oggi non è né più né meno che Inquietudi­ne L’uscita dal campo di Ghoulam e lo sguardo inquieto di Sarri durante la gara col City. Per andare agli ottavi ora il Napoli deve fare 6 punti e sperare che il City batta lo Shakhtar (Getty Images) una risorsa alternativ­a rispetto a un impianto offensivo ben definito, col terzino Sarri perde uno dei suoi uomini chiave, l’elemento che sotto la sua accademia ha mostrato la crescita maggiore. Per restare al City, oggi Ghoulam sta al tecnico toscano come il magnifico Delph a Guardiola, una imprescind­ibile risorsa tattica che consente di cambiare l’asse della squadra in corso di partita senza metter mano al resto dell’impianto. Un correttore.

Oltre ai due gol segnati in campionato, uno dei quali decisivo a Ferrara, o all’assoluta affidabili­tà testimonia­ta dai 1.468 minuti giocati, tutti fino al crac di mercoledì, il dato più significat­ivo è quello degli assist, già cinque, e non per Milik. Una delle prove della maturazion­e di Faouzi, che avrebbe firmato il rinnovo fino al 2022 la settimana ventura, sta infatti proprio in questo: non più solo un crossatore classico per il centravant­i ma ala aggiunta in grado di assistere l’attacco con giocate palla a terra. Sarri, che pure a volte quanto a scuse esagera, dice il vero quando sostiene che l’infortunio ha cambiato tutto. Il tecnico è inquieto, come tutta Napoli: la paura che la grande fragilità deturpi la grande bellezza. E non è solo un’impression­e che il dispiacere per il 4-2 dal City che ha quasi compromess­o la Champions sia stato superato ieri da quello per la diagnosi. Perché è vero che un anno fa l’imprevisto di Milik aprì alla provvidenz­iale rivoluzion­e dei piccoletti, ma quella è stata un’eccezione. Dura diventi una regola.

Domenica a Verona contro il Chievo con ogni probabilit­à si ripeterà la soluzione — emergenzia­le — di Hysaj a sinistra e Maggio a destra, in attesa di recuperare appieno l’unico terzino sinistro di ruolo, Mario Rui, arrivato in estate dalla Roma per 10 milioni, in campo fin qui però solo tre minuti. Senza più Strinic, ceduto alla Samp forse con troppa disinvoltu­ra, sotto contratto ci sarebbe ancora Zuniga: è però da mesi in villeggiat­ura su una spiaggia colombiana. Improbabil­e, così come lo è il ricorso agli svincolati. La lenta scolarizza­zione che Sarri prevede per chiunque lo esclude. C’è da arrivare a gennaio, poi si vedrà: si parla di Masina del Bologna, o Grimaldo del Benfica che però costa 30 milioni.

Destino beffardo ha voluto poi che proprio in questi giorni la Juve stia ritrovando Howedes, in campo forse già domenica col Benevento. I bianconeri recuperano un difensore prezioso, il Napoli lo perde. Una coincidenz­a che di certo non contribuis­ce a levare i cattivi pensieri. Dalla grande bellezza alla grande paura il passo può essere breve, brevissimo: a volte basta mettere male un piede.

Rimpianto estivo Dopo Milik un’altra botta per le ambizioni scudetto. E ora c’è chi rimpiange Strinic

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