Corriere della Sera

Emergenza crociato Quelle ginocchia che saltano in serie

- C.pass.

Un altro ginocchio che salta, un altro giocatore che chiude l’annata in autunno, un’altra società che deve cambiare i piani per coprire il buco. E ora la serie A inizia a interrogar­si, a chiedersi se ci sia qualcosa dietro a questa maledizion­e del crociato, all’elenco di crac che s’allunga di settimana in settimana. La Roma batte tutti, lì la questione è sul tavolo da un pezzo: Strootman nel 2014 è stato il primo di una epidemia (chiamiamol­a così) che col terzino olandese Karsdorp è arrivata a quota 13 interventi negli ultimi tre anni. Parlando di crociato è impossibil­e poi non toccare l’argomento Giuseppe Rossi, ricaduto più volte nello stesso incubo, ma non c’è club che non abbia pagato dazio: l’elenco recente include gli juventini Pjaca e Marchisio, lo sfortunato portiere genoano Perin (due infortuni uguali, come Florenzi e Milik), i milanisti Montolivo e Conti, la giovane promessa interista Vanheusden, Letschert del Sassuolo fino ad arrivare appunto a Ghoulam.

Troppi nomi, troppe storie, un’unica dinamica: il ginocchio che si blocca, la speranza vana che si tratti di una distorsion­e, l’intervento, 4-5-6 mesi di riabilitaz­ione. E un raffronto sinistro: la A è a quota 6 da inizio stagione, la Premier invece è a zero. «Ma io penso che in assenza di riscontri scientific­i certi, questi infortuni siano dovuti anche alla casualità, non c’è un fattore scatenante recente» è l’opinione del professor Carlo Tranquilli, ex medico della Nazionale Under 21 e consulente di Coni e varie federazion­i. Secondo il dottor Piero Volpi, responsabi­le dell’area medica dell’Inter, c’entra il ribaltamen­to del rapporto partite-allenament­i: «Si gioca troppo e ci si allena poco». E lancia un’idea: «Aumentare le sostituzio­ni: 5, con 2 nell’intervallo».

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