«Stasera CasaMika», alti valori produttivi e buone idee di scrittura Vincitori e vinti
Chissà se «Stasera CasaMika», il varietà costruito intorno al popolare cantante e showman anglo-libanese, tornato in onda con una seconda stagione, va già visto come un reperto, uno dei primi fossili della Rai2 che poteva essere, quella immaginata dalla sua ex direttrice Ilaria Dallatana (martedì, 21.20).
È innegabile che, aldilà degli ascolti, in poco tempo la rete avesse cambiato pelle, con programmi che hanno portato una ventata di freschezza e modernità, addirittura di cosmopolitismo, soprattutto grazie a una nuova visione dell’intrattenimento, che non è un accessorio del servizio pubblico ma una sua componente fondamentale. Già l’anno scorso, lo show di Mika era parso uno dei cardini di questo progetto. Grazie ad altissimi valori produttivi (è uno show costoso e si vede, soprattutto nella costruzione dello studio, nei costumi e negli accompagnamenti di canto e ballo), grazie a buone idee di scrittura, grazie alla personalità eccentrica ma allo stesso tempo candida e divertente di Mika.
Vedendo la prima puntata della seconda stagione, l’impressione è stata che l’effetto di novità dirompente sperimentato l’anno scorso si sia stemperato. Stupisce non poco la scelta di affiancare a Mika Luciana Littizzetto, molto lontana dallo stile (e forse dal pubblico ideale) del protagonista. Restavano molto riuscite, anche grazie al montaggio, alcune idee di scrittura che vedevano Mika protagonista fuori dallo studio, in taxi per le vie di Milano o alla scoperta del lavoro dei pastori sardi.
Paradossalmente le più lontane dal modello «formattizzato» del varietà di prima serata Rai, tutto fatto di di sketch (duetti, medley, momenti di talk, markettone a film e fiction) la cui riuscita è molto soggetta alla bravura dell’ospite che interagisce con il conduttore. Diciamo che non tutti quelli della prima serata sono parsi all’altezza. Si è sentita molto la mancanza di Virginia Raffaele.