Ostia, l’affluenza crolla di venti punti: è al 36% Primo test sul consenso 5 Stelle nella Capitale
Centrodestra fiducioso, sinistra divisa. Incognita CasaPound. Nel 2015 lo scioglimento per mafia
Causa nubifragio a Ostia si è votato a lume di candela. C’è anche il maltempo alla base del crollo dell’affluenza alle elezioni per scegliere il minisindaco del Municipio X sciolto due anni fa per mafia: ha votato solo il 36,15% dei 185 mila aventi di diritto in un bacino di circa 250 mila cittadini, 20 punti in meno rispetto al 56,11 di giugno 2016, le elezioni che videro trionfare Virginia Raggi.
Strade allagate, black-out su intere porzioni di lungomare e seggi al buio, in alcuni casi si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco per assicurare il diritto al voto dei cittadini del litorale. Disagi che hanno finito per enfatizzare lo scontro politico in una tornata che per tutti i contendenti vale tantissimo. «Grillo aveva detto: Lagos è la città modello da seguire. La Raggi esegue e ha iniziato ad allagare tutto…», il tweet d’attacco della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Mentre i consiglieri M5S che hanno accompagnato la sindaca ad Auschwitz nel «viaggio della memoria» insieme a 130 studenti, hanno risposto definendosi «dispiaciuti» per la mancata partecipazione di un rappresentante del centrodestra in Campidoglio.
Quasi un «trailer» del ballottaggio per il Municipio X, la data è fissata per il 19 novembre. Perché stavolta è il centrodestra della candidata Monica Picca — di FdI ma sostenuta anche dalla Lega di Matteo Salvini, quasi un laboratorio di coalizione in prospettiva del voto per il Lazio — a insidiare Giuliana di Pillo, ex collaboratrice di Raggi e candidata del Movimento che aspetta con una certa ansia la prima verifica da forza di governo: l’esito del voto, in uno tra i municipi in cui la sindaca ha ottenuto i maggiori consensi (al ballottaggio contro Roberto Giachetti, 19 giugno 2016, a Ostia Raggi prese quasi il 77%), rappresenta il giudizio sull’operato della giunta a quasi un anno e mezzo dall’insediamento.
Mentre il Pd, che ha candidato Athos De Luca per provare a reagire allo scioglimento per mafia della mini giunta e all’arresto dell’ex mini sindaco Andrea Tassone, potrebbe essere
l’unico partito a beneficiare della scarsa affluenza alle urne grazie a un voto più «strutturato» rispetto ai concorrenti. C’è poi l’incognita CasaPound del candidato Luca Marsella — sul quale è arrivato anche l’endorsement di uno dei clan storici di Ostia, gli Spada — che potrebbe sottrarre
voti al centrodestra (almeno al primo turno) cavalcando i temi sociali.
Nel giorno in cui Ostia prova a rinascere tengono banco le polemiche tra i protagonisti della corsa al municipio. De Luca (Pd) ha rifiutato di stringere la mano del leader di CasaPound Marsella accusandolo
di «aver avuto l’appoggio delle mafie», mentre FdI e M5S hanno continuato a beccarsi dopo la decisione di Raggi di sgomberare la sede storica della destra romana, a Colle Oppio, a due passi dal Colosseo.