«I tentacoli sono tagliati Ora la politica dica no ai clan»
«Noi siamo stati i chirurghi, ora per Ostia servono i medici». La cura d’impatto del prefetto Domenico Vulpiani è ormai terminata: pochi giorni e la commissione straordinaria lascerà il X Municipio sciolto per mafia ad agosto 2015. Ventisette faticosi mesi, trascorsi a tentare di «ripulire» un territorio, dove i clan facevano affari anche con i vertici della macchina amministrativa.
Prefetto, Ostia è pronta a tornare alla normalità?
«Il commissariamento è un evento eccezionale, ma poi si deve riavviare il processo democratico. È la politica che deve dare risposte. Ora c’è massima attenzione su questo territorio e dovrà continuare a esserci.
Cosa avete trovato due anni fa?
«C’era una presenza criminale pesante che gravava sulla macchina amministrativa. Abbiamo cercato di tagliare i tentacoli di questa infiltrazione, mandando via persone sospette e restituendo serenità a quelle oneste. Al Municipio c’era clientelismo. Ora ha un volto pulito».
Di quali progetti va più orgoglioso?
«Abbiamo tentato di ripristinare decoro e legalità dove non c’erano. Perché dove c’è degrado urbano, c’è anche quello sociale. Abbiamo lavorato su progetti di recupero urbano, tre successi: il Piano utilizzo degli arenili che ridisegnerà il lungomare. Poi il recupero dell’ex scuola Gil come sede dei vigili urbani e di parte della splendida ex colonia Vittorio che spero un giorno sarà la sede unica del X Municipio».
La mafia, secondo lei, c’è ancora sul lido?
«Beh, gli ultimi episodi sono preoccupanti. I cassonetti bruciati proprio sotto la sede del Municipio, sono un messaggio chiaro, quasi un saluto. Chi verrà dovrà tenere lontane queste forze. Ci vuole il coraggio di dire no. Di non pensare al consenso, ma fare le cose necessarie. Ora la strada, mi auguro, sarà più semplice».