Corriere della Sera

Il miliardari­o socio di Disney amico di Berlusconi e Murdoch

IL PERSONAGGI­O ALWALEED BIN TALAL

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tra i suoi consulenti più ascoltati e a diretto contatto telefonico. Per un po’ la linea resterà interrotta, almeno finché il principe rimarrà agli arresti. In carcere? Ma no, naturalmen­te. Si trova in una suite di un hotel a cinque stelle di Riad, come trapela dalla capitale dell’Arabia Saudita. Non sappiamo se la jacuzzi è attiva, quale marca di champagne gli abbiano lasciato nel frigobar, se può usare twitter e guardarsi la tv ma sappiamo che dopo l’«antica» (1995) operazione Mediaset, è entrato in forze in Fox, Time Warner e ha la maggioranz­a di Rotana Group, una delle più importanti media company del Medio Oriente. E poi dicono che sia anche azionista rilevante della catena alberghier­a Four Seasons, i famosi hotel con «celle» superlusso. Quando uno ha tanti soldi fa anche della beneficenz­a; che poi glielo dica il cuore o lo stratega del marketing non è mai chiaro. Sta di fatto che i 10 milioni donati a New York dopo l’11 settembre sarebbero stati rispediti al mittente dall’allora sindaco Rudolph Giuliani. Vero o falso che sia è comunque il termometro di un rapporto di odioamore con gli Stati Uniti, ricambiato.

In un pomeriggio di fine gennaio 2016 sullo smartphone del principe lampeggiò un tweet con foto: «In caso non sappiate che il co-proprietar­io di Fox News è il principe saudita Alwaleed, eccolo con la sorella e Megyn Kelly», giornalist­a di Fox odiata dall’autore del tweet: Donald Trump. Il principe rispose, per altro in uno dei suoi più misurati tweet su Trump, ricordando all’allora candidato presidente le due volte che lo salvò dai debitori (yacht e Plaza). Poi Trump diventò davvero presidente. E la prima tappa del primo viaggio da number one, nel maggio scorso, è stata a Riad. Lì oggi il povero ricchissim­o Alwaleed, accusato di corruzione, occupa una suite. Gratis.

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