Corriere della Sera

I Pupi tra spettacolo e giustizia Due secoli di storia al Quirinale

In mostra 150 personaggi tra i mille raccolti da Mimmo Cuticchio

- Di Paolo Conti

Pupi non sono solo grande spettacolo. Quando nell’800 si girava per i paesini, hanno anche comunicato valori. Per esempio che “le donne non si sfiorano nemmeno con un dito”... e poi la legalità, la giustizia». Mimmo Cuticchio, erede col suo gruppo familiare della tradizione dell’Opera dei Pupi, ha il volto e gli ampi gesti dei magnifici personaggi intagliati nel legno di cipresso che prendono vita con le mani e la voce suoi e della sua famiglia.

Da domani e fino al 3 dicembre, la palazzina Gregoriana nel Quirinale ospiterà la mostra antologica «L’Opera dei Pupi — Una tradizione in viaggio» (ingresso gratuito palazzo.quirinale.it/mostre/2017_opera-pupi/pupi_home.html). Una scelta di 150 tra i mille pezzi raccolti da Mimmo cuticchio, erede di una tradizione secolare tramandata­gli da suo padre Giacomo, ultimo della scuola fondata da don Gaetano Greco, attivo a Palermo dal 1813. Una mostra caldeggiat­a dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, legato alla sua Palermo, dove i cuticchio lavorano da decenni.

Si entra accolti dalla riproduzio­ne delle due porte storiche della città, Porta Felice e Porta Nuova. La mostra non solo illustra i pezzi (alti 90 centimetri, snodabili, capaci di combattere duelli a colpi di spada) e la loro costruzion­e artigianal­e. «Shakespear­e diceva che si è attori, dunque artisti, per il tempo in cui si sta in scena. Ma non si può essere “artisti” tutta la giornata... Poi noi siamo artigiani». Ecco gli scalpelli, i martellett­i, i metalli, un’antologia dei fondali multicolor­i per dare vita all’Opera che prese forma come la vediamo oggi verso il 1850 con le gesta degli eroi di Carlo Magno, dei Reali di Francia, della Chanson de Roland, portati oralmente secoli prima dai jongleurs francesi.

Oggi i Figli d’Arte Cuticchio dispongono di un repertorio di 371 testi e storie. Alcuni recenti: «Negli ultimi anni, anche per coinvolger­e di più le Figlio d’arte Mimmo Cuticchio, palermitan­o, erede di una tradizione secolare scuole, abbiamo aggiunto l’Iliade, l’Odissea, i Mille di Garibaldi a Palermo, la tragedia di Gesualdo da Venosa, principe e musicista, ma assassino di sua moglie Maria d’Avalos e dell’amante Fabrizio Carafa». Nel gruppo dei Mille (la rappresent­azione si intitola «O a Palermo o all’inferno») ecco Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Francesco II delle Due Sicilie, Cavour, Nino Bixio. Cuticchio ricostruis­ce volentieri il suo legame con Piersanti Mattarella, fratello del presidente della Repubblica, presidente della Regione Sicilia ucciso da Cosa Nostra il 6 gennaio 1980: «Ci incoraggiò sempre, nel

Il repertorio È composto da 371 testi e storie: dagli eroi di Carlo Magno ai Mille di Garibaldi

1979 fu il primo a garantirci un sostegno con un piccolo intervento legislativ­o. Era una grande persona». In mostra anche le pianole meccaniche con i brani musicali più antichi (un solo rotolo può riprodurre diverse melodie), la suggestiva «macchina del vento», che crea fruscii e tempeste grazie a un braccio meccanico. Poi l’odore del legno, i colori accesi dei volti, dei costumi, il brillio delle armature. Un viaggio in un pezzo di storia della cultura italiana che regala corpo ai miti, e ai sogni.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy