Il Napoli sequestra il pallone ma si stampa contro il Chievo
Lo sterile possesso produce un deludente pari. Sarri: «Eravamo stanchi»
VERONA La grande fiacchezza. Perché di bellezza stavolta se n’è vista pochina, tutt’altro, e il dato statistico del 73,3% di possesso palla — il più alto della stagione — non deve ingannare, anzi Sarri farà bene a studiarlo approfonditamente perché consente di individuare una delle questioni principali: ieri, a Verona, contro un Chievo ineccepibile che il suo punto se l’è meritato tutto, s’è visto probabilmente il peggior Napoli dell’estate-autunno, che ha sequestrato sì la palla per tre quarti di partita ma non ci ha fatto granché.
Con un Mertens chiaramente giù di corda, un Ghoulam in meno e soprattutto senza più un centravanti classico al quale affidarsi quando le difese si chiudono come cozze e non resta che buttarla in mezzo all’area, c’è stato poco da fare. In realtà la soluzione alternativa in campo c’era, ma giocava dall’altra parte: Inglese arriverà solo a gennaio, fin lì ci sarà d’arrangiarsi. Serve insomma un piano B, perché da qui al mercato ci sono ancora due mesi e 9 partite, diverse delle quali somiglieranno molto a quella di ieri. Il Chievo è stato come muro contro il quale Insigne e gli altri sono rimbalzati per un’ora e mezza, ne è venuto fuori un’insistito titic-titoc che non ha portato a nulla, se non a un pari che consente giusto di tenersi il primato solitario.
L’illusione di piazzare l’allungo sull’Inter è durata mezzo pomeriggio, fino all’ora del tè, quando la voce fin lì rimbombante dei 4 mila napoletani arrivati al Bentegodi ha cominciato Contro il muro Insigne e Sorrentino (Reuters) ad affievolirsi insieme alle speranze di piazzare la 7ª vittoria esterna consecutiva. In altre circostanze si era avuta l’impressione di un gruppo maturato e finalmente in grado di spuntarla nelle famigerate partite sporche: ieri non è stato così. Scarico, impreciso, svagato e soprattutto senza quell’euforia diffusa che è spesso risultata l’arma vincente, si è stampato contro un Chievo perfetto che ha fatto esattamente ciò che aveva in mente. Reattivo Sorrentino in alcune occasioni, ma decisiva è risultata la trovata dell’ingegnoso Maran di rinunciare al suo solito trequartista e affidarsi a un 4-4-2 classico, lasciando Castro sulla linea di centrocampo e non in marcatura avanzata su Jorginho: il brasiliano ha avuto quindi sempre una certa libertà di manovra, ma davanti a sé ha trovato due linee compatte che gli hanno impedito di avviare l’azione in maniera efficace. L’unica vera chance è stato un diagonale di Callejon uscito di una spanna.
Pochino, anche se Sarri alla fine ha ostentato una certa serenità: «Non sono arrabbiato, dal punto di vista tattico abbiamo fatto una partita straordinaria, purtroppo siamo arrivati stanchi». Poi se l’è presa col Chievo che ha perso troppo tempo. Replica di Maran: «Il nostro punto è meritato». Verissimo.