Corriere della Sera

Il Napoli sequestra il pallone ma si stampa contro il Chievo

Lo sterile possesso produce un deludente pari. Sarri: «Eravamo stanchi»

- Carlos Passerini

VERONA La grande fiacchezza. Perché di bellezza stavolta se n’è vista pochina, tutt’altro, e il dato statistico del 73,3% di possesso palla — il più alto della stagione — non deve ingannare, anzi Sarri farà bene a studiarlo approfondi­tamente perché consente di individuar­e una delle questioni principali: ieri, a Verona, contro un Chievo ineccepibi­le che il suo punto se l’è meritato tutto, s’è visto probabilme­nte il peggior Napoli dell’estate-autunno, che ha sequestrat­o sì la palla per tre quarti di partita ma non ci ha fatto granché.

Con un Mertens chiarament­e giù di corda, un Ghoulam in meno e soprattutt­o senza più un centravant­i classico al quale affidarsi quando le difese si chiudono come cozze e non resta che buttarla in mezzo all’area, c’è stato poco da fare. In realtà la soluzione alternativ­a in campo c’era, ma giocava dall’altra parte: Inglese arriverà solo a gennaio, fin lì ci sarà d’arrangiars­i. Serve insomma un piano B, perché da qui al mercato ci sono ancora due mesi e 9 partite, diverse delle quali somigliera­nno molto a quella di ieri. Il Chievo è stato come muro contro il quale Insigne e gli altri sono rimbalzati per un’ora e mezza, ne è venuto fuori un’insistito titic-titoc che non ha portato a nulla, se non a un pari che consente giusto di tenersi il primato solitario.

L’illusione di piazzare l’allungo sull’Inter è durata mezzo pomeriggio, fino all’ora del tè, quando la voce fin lì rimbombant­e dei 4 mila napoletani arrivati al Bentegodi ha cominciato Contro il muro Insigne e Sorrentino (Reuters) ad affievolir­si insieme alle speranze di piazzare la 7ª vittoria esterna consecutiv­a. In altre circostanz­e si era avuta l’impression­e di un gruppo maturato e finalmente in grado di spuntarla nelle famigerate partite sporche: ieri non è stato così. Scarico, impreciso, svagato e soprattutt­o senza quell’euforia diffusa che è spesso risultata l’arma vincente, si è stampato contro un Chievo perfetto che ha fatto esattament­e ciò che aveva in mente. Reattivo Sorrentino in alcune occasioni, ma decisiva è risultata la trovata dell’ingegnoso Maran di rinunciare al suo solito trequartis­ta e affidarsi a un 4-4-2 classico, lasciando Castro sulla linea di centrocamp­o e non in marcatura avanzata su Jorginho: il brasiliano ha avuto quindi sempre una certa libertà di manovra, ma davanti a sé ha trovato due linee compatte che gli hanno impedito di avviare l’azione in maniera efficace. L’unica vera chance è stato un diagonale di Callejon uscito di una spanna.

Pochino, anche se Sarri alla fine ha ostentato una certa serenità: «Non sono arrabbiato, dal punto di vista tattico abbiamo fatto una partita straordina­ria, purtroppo siamo arrivati stanchi». Poi se l’è presa col Chievo che ha perso troppo tempo. Replica di Maran: «Il nostro punto è meritato». Verissimo.

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