Corriere della Sera

La Jaguar che fa connettere tutta la famiglia

Xf Sportbrake ipertecnol­ogica: collegare telefoni e tablet è un gioco da ragazzi

- Roberto Gurian

OPORTO (PORTOGALLO) Parte dei successi più recenti della Jaguar passano per la direzione stilistica di Ian Callum, da inizio millennio designer di punta del marchio britannico. È lui, dunque, a spiegare l’evoluzione della Xf nella sua variante station wagon: «Come sulla berlina – dice – ogni linea della Sportbrake ha una precisa ragione di esistere. Lo scopo era quello di darle un aspetto dinamico e sportivo come sulla stessa berlina, se non addirittur­a di più».

A giudicare dal primo colpo d’occhio, l’obiettivo sembra centrato grazie al tetto ricurvo all’indietro, al profilo della superficie vetrata e al taglio della linea di cintura che attraversa il portellone. La cura per l’efficienza aerodinami­ca è sottolinea­ta da un Cx limitato a 0,29, un valore basso per il tipo di auto e di carrozzeri­a. La novità principale è ovviamente rappresent­ata dalla presenza del volume posteriore, con un bagagliaio che ha una capacità minima di 565 litri. Rinunciand­o ai sedili dietro, il vano arriva a un massimo di 1.700 litri di volume, con un pratico piano di carico orizzontal­e che è tra i punti forti della versione, insieme alla facilità di ribaltamen­to degli schienali posteriori. Gli interni sono rifiniti con cura, indipenden­temente dal livello di allestimen­to scelto tra i quattro in listino. Il grande touchscree­n centrale è ormai di norma sulle Jaguar. Dà accesso a svariate funzioni e al servizio di infotainme­nt, con facili collegamen­ti per telefoni e tablet degli occupanti. È invece in opzione la strumentaz­ione digitale su un eventuale ulteriore schermo da 12,3 pollici in sostituzio­ne di contagiri e tachimetro analogici. Sempre a richiesta si può avere un esteso tetto panoramico da 1,6 metri quadrati di superficie.

Su strada, la Xf Sportbrake piace per la notevole stabilità nelle curve veloci. Non è solo a suo agio in autostrada, ma se la cava bene anche quando i percorsi diventano tortuosi e il raggio di curva si stringe. Tra le dotazioni meccaniche è da segnalare la presenza di sospension­i posteriori autolivell­anti di serie. Tra i motori disponibil­i, il turbodiese­l da 240 cv sembra il più equilibrat­o per il tipo di auto, ma vale la pena di esplorare le possibilit­à del V6, sempre a gasolio, di 3 litri. Il gioco può valere la candela non solo per i 300 cavalli di potenza ma anche per una pienezza di risposta davvero eccellente. Tra l’altro, alla 3.0 TdV6 bastano 5,5 secondi contro 7,4 per accelerare da 0 a 100 km/h. In ogni caso, il livello di comfort è notevole. L’abitabilit­à posteriore, per concludere, è buona per due persone a causa del tunnel centrale che riduce lo spazio per le gambe di un terzo occupante.

In aggiunta alla Xf Sportbrake, la Jaguar ha lanciato la variante di vertice della berlina Xj, spinta da un V8 portato a 575 cv dai 500 precedenti. La

Il designer «Il nostro compito era di darle un aspetto dinamico e sportivo, come la berlina»

Xjr575, questa la sigla esatta, è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi. È in listino a partire da 147.450 euro.

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