Corriere della Sera

Pensione a 67 anni Salgono a 15 le categorie escluse

Inclusi gli stampatori a caldo, si pensa alle forze dell’ordine

- Di Lorenzo Salvia

Pensioni, salgono a quindici le categorie di lavoratori escluse dall’innalzamen­to dell’età a 67 anni. Gli ultimi a comparire nell’elenco sono gli stampatori a caldo, al lavoro negli altiforni. Lunedì scorso erano stati aggiunti gli operai agricoli comuni, i marittimi (anche i pescatori) e i siderurgic­i. Mentre le undici categorie dalle quali si era partiti sono quelle dei cosiddetti lavori gravosi, dalle maestre d’asilo agli infermieri. Per queste resta valida l’età di pensione fissata a 66 anni e sette mesi. Ma il numero delle categorie escluse dall’aumento potrebbe salire ancora. Una commission­e scientific­a studierà l’andamento della speranza di vita di tutti i lavoratori.

Salgono a quindici le categorie di lavoratori escluse dall’innalzamen­to dell’età della pensione a 67 anni, che dovrebbe scattare nel 2019. Nel corso dell’ennesimo incontro tecnico di ieri tra il governo e i sindacati, un paio d’ore di trattativa centimetro su centimetro come usava una volta, è stata aggiunta un’altra voce rispetto alle quattordic­i già decise. La new entry è quella degli stampatori a caldo, gli operai che danno forma ai prodotti metallici appena usciti dagli altiforni. Lunedì erano state aggiunti gli operai agricoli, i marittimi (voce nella quale rientrano anche i pescatori) e i siderurgic­i. Mentre le undici categorie dalle quali si era partiti sono quelle dei cosiddetti lavori gravosi, dalle maestre d’asilo agli infermieri. Per tutte queste persone, circa 17 mila, nel 2019 l’età della pensione dovrebbe rimanere ferma a 66 anni e sette mesi, come adesso. Bloccando l’aumento di cinque mesi che riguarderà tutti gli altri e che sarà formalizza­to tra poche settimane per adeguare i requisiti pensionist­ici alla speranza di vita, cresciuta sempre di cinque mesi. Ma potrebbe non finire qui. Perché il numero delle categorie escluse dall’aumento potrebbe salire ancora.

In attesa del prossimo incontro con i sindacati, slittato da oggi a domani, il governo sta ragionando su altre aggiunte. Una tecnica, sempre gli stampatori a caldo ma nel settore del vetro. Un’altra più pesante, perché riguardere­bbe l’intero comparto sicurezza: poliziotti, carabinier­i, finanzieri, vigili del fuoco, vigli urbani e anche le guardie giurate. Per loro l’età della pensione è già adesso più bassa, 62 anni. Ma anche in questo caso scatterebb­e l’aumento di cinque mesi, che nel 2019 porterebbe la soglia a 62 anni e cinque mesi. Se anche loro la dovessero spuntare, l’età resterebbe quindi a 62 anni. Sembra invece definitiva­mente esclusa l’ipotesi di aggiungere alla lista delle esenzioni anche le donne con figli.

Ma c’è anche un’altra novità importante. Sarà subito creata una commission­e scientific­a che studierà l’andamento della speranza di vita per tutte le categorie profession­ali. L’obiettivo, ambizioso, è di avere i risultati entro la prossima primavera, con la possibilit­à di modificare la lista delle categorie esentate in tempo per lo scatto del 2019. Il governo ha aperto anche alla possibilit­à che l’età della pensione scenda quando scende la speranza di vita. Oggi non è così e il meccanismo funziona solo al rialzo. Mentre potrebbero arrivare due regole più vantaggios­e per la previdenza complement­are dei dipendenti pubblici: una tassazione più bassa intorno al 15% e l’adesione ai fondi integrativ­i per i nuovi assunti secondo la regola del silenzio assenso, come già avviene nel settore privato.

In Parlamento ci sono comunque gli emendament­i al decreto fiscale che chiedono di rinviare a dopo le elezioni ogni decisione sull’innalzamen­to a quota 67. Un’ipotesi bocciata ancora una volta dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, e dalla Banca d’Italia, ieri in audizione in Parlamento sul disegno di legge di Bilancio. «È importante non fare passi indietro», ha detto il vice direttore generale Luigi Federico Signorini: «C’è la necessità — ha aggiunto — di mantenere, preservare e difendere l’equilibrio del sistema pensionist­ico. Questo non significa non fare aggiustame­nti sui singoli casi meritevoli». Il punto, come sempre, è capire quali siano meritevoli per davvero.

L’elenco Nell’elenco le maestre d’asilo, i camionisti, gli infermieri e i muratori

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