E IL CANTAUTORE CHE HA FATTO UNA SVASTICA
CASAPOUND
Centro destra e pentastellati possono dire di aver vinto,ma (credo) fino a un certo punto: il primo partito è quello degli astenuti. Più della metà degli aventi diritto al voto si sono tenuti lontani dalle urne. Forze di governo e di opposizione dovranno preoccuparsi dell’astensionismo seriamente: non esiste democrazia rappresentativa senza il consenso diffuso.
Domenico Mattia Testa
Mi domando se, con il continuo calo di votanti possiamo ancora considerare i rappresentanti eletti da una minoranza ancora autorizzati a gestire la cosa pubblica, tenendo presente il dettato costituzionale che vuole «la sovranità in mano al popolo». Nello Musumeci governerà con il consenso esplicito di meno del 20% dei cittadini.
Mauro Chiostri
Alle elezioni siciliane c’è un solo vincitore: Musumeci che ha distanziato il secondo candidato di 5 punti percentuali. Ma solo Micari ha ammesso la sconfitta (peraltro addossando la colpa ad altri), mentre Cancelleri canta vittoria per rappresentare «il movimento più forte in Sicilia» e Claudio Fava «per aver ottenuto un risultato superiore alle attese».
Gianluigi De Marchi
Protagonista del voto siciliano è stato anche il voto disgiunto. Il candidato del Pd, Micari, prende meno voti delle liste a lui collegate, mentre Cancelleri prende più voti del Movimento 5 Stelle! Marco Brugola
A giudicare dai discorsi dei leader, sembra che la Sicilia sia una regione come un’altra, non la terra di Capaci, non un crocevia dell’immobilismo clientelare, non dei giornalisti uccisi o di don Puglisi.
Paolo Ballini
Dalle elezioni in Sicilia, il M5S ha ottenuto il massimo, da tutti i punti di vista: è risultato di gran lunga il primo partito con oltre un terzo dei consensi, il triplo del Partito democratico. Per loro il vero successo, però, consiste nel fatto che non ha l’onere di dovere governare!
Attilio Lucchini Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579
lettere@corriere.it letterealdocazzullo @corriere.it
Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere
Caro Aldo,
non sono di CasaPound, ma li stimo. Stanno facendo un grande lavoro soprattutto nel Lazio. Danno e raccolgono cibo per chi non ne ha, organizzano ronde per la sicurezza e altre attività più di tutti gli altri partiti. Se a Ostia hanno fatto un buon lavoro, è giusto che CasaPound sia valorizzata.
Torino
Caro Paolo,
Ho ricevuto tanti messaggi in difesa di CasaPound. Altri lettori chiedono come si sia potuta affermare una forza dichiaratamente neofascista. Non credo che il motivo sia la distribuzione di cibo; e neppure il richiamo al Duce. La memoria indulgente se non nostalgica verso il fascismo, molto diffusa a Roma, rappresenta una premessa; non la causa. CasaPound e movimenti analoghi nascono dalla crisi economica e dalla crisi di credibilità dei partiti tradizionali, che come la tv generalista si dividono ormai metà dell’elettorato o poco più; mentre nell’altro campo agiscono i movimenti antisistema. Nel mirino c’è in primo luogo la sinistra, logorata per due motivi. È nella maggioranza di governo dal novembre 2011, e per l’Italia non sono stati anni facili; oltretutto il fallimento di Monti (o almeno questo è il sentimento prevalente nell’opinione pubblica) ha rappresentato un colpo durissimo per l’establishment europeista e globalista, in cui la sinistra italiana è entrata dopo anni di sala d’attesa per scoprire che stava franando. Inoltre il Pd ha compreso tardi (se l’ha compreso) che il prezzo dell’immigrazione lo pagano le classi popolari. Ma anche la destra è stata a lungo al governo di Roma e del Paese, senza riuscire a imporre almeno il rispetto delle regole. Lo spaccio indisturbato, le occupazioni abusive, gli arrestati in flagranza subito rimessi in libertà: si ha l’impressione di abitare una landa in cui tutto è permesso; e si cercano scorciatoie improbabili ma consolatorie. A questo si aggiunge la frustrazione di giovani che non studiano e non lavorano, colta da un cantautore geniale, Calcutta, che canta: «Gaetano mi ha detto che viviamo nel ghetto/ ma nel mentre io penso che/ se io dormissi disteso sul tuo lato del letto io forse sarei te». Come a dire: il posto in cui nasci e cresci condiziona la tua vita, più di quando l’ascensore sociale in Italia funzionava. «E ho fatto una svastica in centro a Bologna ma era solo per litigare» prosegue il testo. Poi si alzano «fiamme nel campo rom» e compare una mamma che ammonisce a «non andare su YouPorn». Rima geniale, che restituisce il senso di alienazione in cui crescono molti ragazzi.
«Gli eletti da una minoranza quale credibilità hanno?»