Corriere della Sera

Mps, le dimissioni del board Resta il nodo del presidente

- An.Duc.

Il consiglio di amministra­zione di Mps si è dimesso in blocco. La mossa del board era prevista ed è correlata alla procedura di ricapitali­zzazione, avvenuta per mano pubblica. La significat­iva discontinu­ità nell’azionariat­o dell’istituto senese, il Tesoro detiene una quota di controllo del 70%, ha imposto di ridisegnar­e la governance e di predisporr­e il rinnovo dei vertici. A dimettersi è stato anche il collegio sindacale. Il cda uscente ha già convocato l’assemblea per il prossimo 18 dicembre. Nella parte ordinaria l’assemblea dovrà determinar­e il numero dei componenti del nuovo consiglio per gli esercizi 2017-18-19 e dei vice presidenti, oltre che procedere alla nomina del board e dei sindaci, con tanto di relativi compensi. La maggioranz­a del nuovo board sarà, dunque, espression­e del Tesoro. Un ruolo spetta ai fondi, stante il fatto che gli istituzion­ali esteri pesano per circa il 20% del capitale postburden sharing. Vale ricordare che se per l’amministra­tore delegato Marco Morelli la conferma dell’incarico è scontata, per la presidenza il reincarico all’uscente Alessandro Falciai appare in bilico. Ieri il consiglio ha approvato i dati del terzo trimestre. Gli utili si attestano a 242 milioni di euro, un valore peraltro influenzat­o dal positivo impatto del burden sharing per 554 milioni.

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Marco Morelli, amministra­to re delegato uscente di Mps, il 18 dicembre verrà riconferma­to

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