Corriere della Sera

DELLA VERA SICILIA NON SI PARLA

- Di Lucrezia Reichlin

Il nuovo presidente della Regione Siciliana deve affrontare una sfida enorme. Ci si è molto soffermati sul significat­o del voto siciliano in vista delle prossime elezioni politiche, ma la domanda che a me preme porre — non solo al nuovo governo dell’isola, ma anche a quello nazionale — è quale sia una proposta in grado di invertire almeno parzialmen­te la depauperiz­zazione che questa regione ha vissuto negli ultimi quindici anni.

Come il resto del Mezzogiorn­o, anche se in misura minore, la Sicilia sta vivendo oggi una modesta ripresa economica. Ma tuttavia non è in grado di contrastar­e un trend preoccupan­te di perdita del capitale umano che mette a repentagli­o lo sviluppo futuro della regione. Stiamo parlando della quarta regione italiana per popolazion­e, di un’area grande più o meno come la Finlandia. Questa domanda dovrebbe interessar­e quindi tutti noi.

Guardiamo prima a qualche dato che riguarda il Mezzogiorn­o in generale. Dal 2002 al 2015, secondo la Svimez, sono emigrati circa un milione e settecento­mila persone, più del 50% giovani, di cui circa il 20% laureati. Emigrano i residenti con una maggiore propension­e al rischio, i più ambiziosi e i più qualificat­i. Molti di questi sono siciliani. In Sicilia questo si accompagna ad un drammatico calo degli occupati nell’industria. Dal 2000 al 2016 questi ultimi sono diminuiti del 21,5%, contro un dato italiano dell’11% e, nel periodo 20152016, del 3,8% contro lo 0,3% nazionale.

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