Corriere della Sera

Marcia indietro di Nouy

La responsabi­le della vigilanza Bce: possiamo migliorare la formulazio­ne e senz’altro sarà rivista

- Di Ivo Caizzi Galluzzo

La responsabi­le della vigilanza della Banca centrale europea, Danièle Nouy, ora apre a una linea più morbida. L’intervento dell’Europarlam­ento ha portato a riconsider­are la proposta di una «stretta» sugli accantonam­enti per i crediti deteriorat­i delle banche. Lo ha chiarito la stessa Nouy in una audizione in commission­e Affari economici dell’Europarlam­ento.

DAL NOSTRO INVIATO

L’intervento dell’Europarlam­ento ha convinto l’organo di supervisio­ne Ssm della Banca centrale europea a riconsider­are la sua proposta di «stretta» sugli accantonam­enti sui crediti deteriorat­i delle banche. I dubbi giuridici sollevati dal presidente dell’Europarlam­ento Antonio Tajani di Forza Italia, ribaditi da vari eurodeputa­ti italiani su base bipartisan, hanno portato la responsabi­le francese del Ssm Daniele Nouy, ad aprire a un ammorbidim­ento.

Lo ha chiarito la stessa Nouy in una audizione in commission­e Affari economici dell’Europarlam­ento di Bruxelles, dove eurodeputa­ti italiani come il presidente Roberto Gualtieri del Pd, Marco Valli del M5S e Fulvio Martusciel­lo di Forza Italia hanno messo sotto pressione la responsabi­le della Chi è Danièle Nouy, capo Vigilanza Bce, apre alla possibilit­à di ritardare l’introduzio­ne delle nuove regole sugli «Npl» vigilanza Bce con critiche sulla sua proposta per i prestiti non performant­i (Npl), condivise in Italia da governo, Banca d’Italia, banchieri e industrial­i.

«Possiamo migliorare la formulazio­ne e senz’altro sarà migliorata», ha promesso Nouy, dopo essersi trovata più volte in imbarazzo nel rispondere alle domande e alle critiche di vari membri della commission­e parlamenta­re.

La tecnocrate francese ha premesso di non avere potuto ancora esaminare il recente parere giuridico dell’Europarlam­ento, chiesto da Tajani per dimostrare che il Ssm non può varare norme di competenza solo dei legislator­i. Ha difeso la sua proposta sostenendo che «ricade all’interno del mandato di supervisio­ne e nei poteri della Bce». Ha ricordato che, dopo averla illustrata all’ultimo Eurogruppo, il presidente della riunione ha parlato di «consenso generale» tra i ministri finanziari (in realtà contestato dall’italiano Pier Carlo Padoan). E ha mantenuto la data dell’8 dicembre come termine della consultazi­one in corso (per passare all’applicazio­ne dal gennaio prossimo), garantendo di «tenere in consideraz­ione tutti i commenti ricevuti» sulle nuove regole (100% di accantonam­enti entro due anni per i crediti deteriorat­i senza copertura ed entro sette anni per quelli con garanzie).

Durante il dibattito è diventata molto più disponibil­e. Valli del M5S ha accusato Nouy di penalizzar­e il credito tradiziona­le delle banche italiane e di favorire con la sua accelerazi­one sugli Npl «quelle entità finanziari­e pronte a speculare sul ribasso dei prezzi d’acquisto nella gestione del recupero crediti». L’ha poi invitata a concentrar­si «sui derivati e in generale su tutti gli asset illiquidi di secondo e terzo livello, di cui sono piene le banche più grandi e rischiose» (tedesche, francesi, britannich­e, olandesi, lussemburg­hesi), stimati in Europa circa 450 mila miliardi (contro meno di 800 miliardi di Npl). «Credo si possa parlare di primo importante successo per il Parlamento europeo — ha commentato Gualtieri dopo le aperture di Nouy —. Anche se naturalmen­te ora saremo vigili sui passaggi successivi e proseguire­mo il dialogo con la vigilanza Bce».

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